Ibernazione umana (da LifeGate)

TURNO DI NOTTE

Il rischio di farsi ibernare in Italia

Ci sono 15 italiani che si sono fatti ibernare, al costo di 36mila euro per cadavere. A fornire il servizio è una società russa che offre di conservare chi è appena defunto in una capsula a -196 gradi, sperando che in futuro la medicina faccia miracoli e riporti in vita i cadaveri-ghiacciolo. Nella capsula sono finiti finora dodici esseri umani, tra cui una coppia di anziani milanesi, due signore ultra ottantenni e tre ragazzi sulla trentina. A costoro vanno aggiunti anche due cani e un gatto. I nomi di bipedi e quadrupedi sono segreti. Come si fa a congelare corpi e speranze di rinascita? Semplice: viene tolto tutto il sangue dalle vene e sostituito con una sostanza che permette al corpo di non scoppiare dentro la capsula, altrimenti, spiega un articolo dell’Espresso, «si avrebbe l’effetto bibita gassata-freezer». Ognuno decide a suo modo come dire addio (o arrivederci) a questo mondo, ma viene da chiedersi se convenga sborsare 36mila euro per tornare a respirare in Italia. Il pessimismo nasce dal rischio più che fondato che, a disgelo avvenuto fra qualche secolo, ci si ritrovi a fare i conti con spettacoli sempiterni come: la caccia agli evasori, il dibattito sulla vera ricetta dei bucatini all’Amatriciana e la polemica sul vincitore di Sanremo. Forse è meglio morire e aspettare il giudizio universale, in tutta calma. E possibilmente al caldo.

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