Accoltella la madre minorenne arrestato nella fuga

La donna ha rischiato di morire dissanguata l’avvocato del ragazzo: ha colpito perché voleva difendersi

VASTO. Una sola coltellata alla gola della madre, poi l’abbandono della casa. G.M., 17 anni, studente incensurato di origine albanese ma da anni residente in città, è finito in carcere con l’accusa di tentato omicidio. Secondo i carabinieri al culmine di una furibonda lite avrebbe cercato di uccidere la donna che lo ha messo al mondo. Ma l’avvocato Massimiliano Baccalà, difensore del giovane rinchiuso da ieri nel carcere minorile dell’Aquila, difende il ragazzo. «Ha colpito la mamma per difendersi», afferma con determinazione il legale. «Il suo è stato un eccesso colposo di legittima difesa».

Certo è che la donna ha rischiato di morire dissanguata. Provvidenziale si è rivelato il posto di blocco istituito dai carabinieri sulla Statale. G.M. è stato fermato insieme a un connazionale a bordo di una vettura . Ai militari non sono sfuggire le chiazze di sangue che il ragazzo aveva sulla maglietta. G.M. ha prima farfugliato qualche scusa poco credibile, poi è sbottato. «Ho litigato con mia madre e l’ho ferita», ha rivelato ai militari. I carabinieri hanno subito raggiunto la casa della donna nel centro storico di Vasto.

La mamma dello studente era distesa sul letto in un lago di sangue. Sul collo una profonda ferita. Accanto a lei un coltello da cucina ancora sporco di sangue. La donna è stata subito soccorsa, trasferita al San Pio e sottoposta a un intervento chirurgico d’urgenza. Ha perso molto sangue e i medici non nascondono di essere molto preoccupati. La prognosi è riservata. La donna ha rischiato di morire dissanguata. Il figlio è stato trasferito nel centro di prima accoglienza dell’Aquila. «Ho parlato con lui poche ore dopo l’arresto», dice il difensore. «È un bravo ragazzo. Non ha mai avuto intenzione di uccidere la madre. Anzi, non intendeva neppure ferirla. Ha compiuto il gesto senza riflettere. Fra loro è scoppiata una lite e lui per difendersi ha usato un coltello, ma è pentito e si dispera», sostiene l’avvocato Baccalà.

Nessuno, al momento, conosce i motivi della violenta baruffa. Al momento del litigio in casa c’erano solo madre e figlio. Il padre e i fratelli del ragazzo erano fuori. E ora si scava nella vita familiare del giovane. Sulla vicenda la magistratura ha aperto un fascicolo. I giudici intendono ascoltare i familiari dei protagonisti del drammatico litigio, il connazionale che dopo aver caricato il diciassettenne in auto si stava allontanando dal paese ed eventualmente i vicini di casa. Non appena i medici daranno l’autorizzazione sarà ascoltata anche la donna. Questa mattina G.M. va davanti al giudice minorile. Non è escluso che il magistrato disponga una perizia psichiatrica.

Paola Calvano

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