Aggredita dentro l’albergo da un cliente 

La vittima, addetta alla reception, si divincola e riesce a telefonare al compagno. Il 44enne denunciato dai carabinieri

CHIETI. Ha aggredito, nel cuore della notte, l’addetta alla reception di un albergo. Un uomo di 44 anni, originario della provincia di Brindisi, è accusato di violenza sessuale nei confronti di una donna teatina di 46 anni. A denunciarlo sono stati i carabinieri guidati dalla tenente Maria Di Lena. L’episodio è avvenuto qualche giorno fa vicino Chieti.
La ricostruzione dei fatti è basata sulla testimonianza della vittima. Quella notte la donna è di servizio in hotel quando, all’improvviso, intorno all’una, un cliente riesce ad avvicinarla e a palpeggiarla nelle parti intime. L’uomo approfitta dell’assenza di testimoni per entrare in azione. La dipendente dell’albergo è sconvolta, all’inizio è come immobilizzata. Poi, però, riesce a divincolarsi e a lanciare l’allarme telefonando al compagno. A quel punto, la vittima decide di raccontare tutto ai carabinieri. I militari dell’Arma prendono a verbale la 46enne e, dopo ulteriori accertamenti, segnalano l’uomo alla procura di Chieti per il reato di violenza sessuale. Solo la reazione immediata della donna ha evitato abusi ancora più gravi.
Dal 9 agosto scorso è entrata in vigore la legge 69 del 2019, chiamata Codice rosso, che ha istituito una corsia preferenziale per la trattazione di una serie di reati contro le donne: dagli atti persecutori fino alla violenza sessuale e ai maltrattamenti, passando per revenge porn (porno vendetta) e corruzione di minore. La nuova legge alza le condanne e dispone che la vittima venga ascoltata dal pm entro tre giorni dalla presentazione della denuncia. Per la violenza sessuale, ad esempio, la pena massima passa da 10 anni di carcere a 12; per lo stalking, da 5 anni a 6 anni e mezzo. È stato introdotto anche un nuovo articolo nel codice penale, il 613 ter, il cosiddetto revenge porn: rischia da uno a 6 anni di carcere e la multa da 5mila a 15mila euro «chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video di contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone interessate».
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