Arresti, ricorso in Cassazione

Nuova istanza per la titolare dell'ospizio e la figlia. Medico ai domiciliari

LANCIANO. Hanno fatto ricorso in Cassazione gli avvocati di Eva Bucciarelli, titolare della "Casa dell'anziano", accusata di maltrattamenti. Dopo il rigetto da parte del tribunale del riesame, oggi l'appello al massimo organo di giudizio. Stessa situazione per la figlia, Arianna Di Tommaso, che rimane ai domiciliari.

Il Gip ha accolto invece l'istanza di scarcerazione di
Claudio Turchi, da ieri pomeriggio anche lui ai domiciliari. Turchi è il medico del servizio igiene e sanità pubblica della Asl finito nell'inchiesta sui maltrattamenti nella casa di riposo, con l'accusa di tentata concussione e violenza sessuale ai danni della Bucciarelli.  L'uomo, difeso dagli avvocati Aldo la Morgia e Giuliano Milia, nel pomeriggio di ieri è tornato nella sua casa di Lanciano, dove rimarrà agli arresti domiciliari. 

Il giudice Francesca Del Villano Aceto infatti, dopo un primo rigetto, ha accolto la seconda istanza di scarcerazione.  E tornano all'attacco anche i legali delle due donne, Giovanni Cerella e Alessandro Troilo, che oggi presentano il ricorso in Cassazione contro il rigetto del Riesame.  Gli avvocati auspicano che «le indagini vengano completate il più presto possibile, anche prima della scadenza dei termini, perché la sofferenza delle interessate e dei familiari è enorme». 

Il termine previsto è di due mesi, uno dei quali è già alle spalle, e chi ha visto la Bucciarelli la descrive come una donna «smunta, bianca in viso e sofferente».  Intanto, secondo l'avvocato Cerella, la direttrice della casa di riposo si sarebbe difesa affermando che si tratta di accuse non vere, venute da ex dipendenti che volevano vendicarsi dell'avvenuto licenziamento.  Per fare luce il più presto possibile sulla vicenda, carabinieri, Nas e guardia di finanza stanno ascoltando decine di persone. 

Finora sono più di cinquanta i familiari delle persone ricoverate nell'ospizio che sono stati sentiti.  Alcuni di loro si sono presentati alle forze dell'ordine per costituirsi parte civile e chiedere il risarcimento danni per le angherie e le vessazioni subite dai congiunti ospitati nella casa di riposo. 

L'operazione ha preso le mosse un mese fa, da un controllo fiscale effettuato dalla guardia di finanza, che ha portato alla luce una situazione tanto inaspettata quanto drammatica all'interno dell'ospizio di contrada Santa Giusta.  A instradare le forze dell'ordine sono state alcune dichiarazioni spontanee di ex dipendenti del centro. 

A quel punto i carabinieri hanno installato nella struttura delle telecamere e per sei mesi hanno raccolto materiale. Fino al giorno del blitz, il 7 giugno, che ha portato in carcere la Bucciarelli e la figlia, che collaborava con lei nella gestione del centro, e il medico Claudio Turchi. 

Tra gli indagati però ci sono altre otto persone: sei dipendenti e il marito della Bucciarelli, per favoreggiamento, e il medico di base di alcuni anziani ricoverati, per omissione di atti d'ufficio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA