Arta, Amicone accusato di abuso d'ufficio

Il direttore generale indagato per una dipendente trasferita, interrogatorio fra 2 giorni

PESCARA. Tocca anche il direttore generale dell'Arta Mario Amicone l'inchiesta su presunti concorsi truccati e favori negli appalti pubblici dell'ente che controlla mare, fiumi e aria che respiriamo. Amicone è indagato per abuso d'ufficio per una delibera, firmata «su proposta» di Antonio Fernandez, l'ex direttore amministrativo finito agli arresti domiciliari e tornato libero il 25 maggio scorso. Una delibera che ha trasferito, dal dipartimento di Pescara alla sede di Chieti, una dipendente scomoda, diventata testimone chiave dell'accusa. Giovedì prossimo, Amicone dovrà presentarsi in procura accompagnato dal suo avvocato, Marco Spagnuolo: il direttore generale dell'Arta sarà interrogato dal pm Gennaro Varone.

La posizione di Amicone, 66 anni di Miglianico, assessore regionale ai Trasporti con la giunta Pace, ex Udc passato al Pdl, non è considerata decisiva dagli inquirenti e potrebbe essere archiviata a stretto giro: Amicone ha firmato sì la delibera che ha spostato la dipendente - un trasferimento che squadra mobile e procura considerano «punitivo» - ma sarebbe stato «tratto in errore» proprio da Fernandez, 56 anni, siciliano d'origine ma residente a Teramo. Secondo l'accusa, Fernandez - sospeso dal servizio da Amicone il 30 aprile scorso, 7 giorni dopo l'arresto - ha voluto così vendicarsi sulla dipendente perché si è rifiutata di prendersi la responsabilità di un cambiamento nella commissione d'esame deciso, però, dallo stesso Fernandez. Un passaggio dell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Gianluca Sarandrea addossa le responsabilità soltanto a Fernandez: «Consapevole che la modifica della bozza dei membri della commissione d'esame sarebbe stata interpretata come attività prodromica alla guidata assunzione» di un precario storico dell'ente, Pietro Pellegrini, 55 anni di Pescara, «aveva tentato di allontanare i sospetti da sé addossandoli» alla dipendente.

Ma prima di stralciare la posizione del direttore generale, il pm Varone vuole ascoltare Amicone - che in una nota si è detto già «pronto a collaborare per favorire l'emergere della verità» - su un altro fronte: l'appalto per i servizi legali che costa a Fernandez e all'avvocato di Chieti Pierluigi Tenaglia, 47 anni, un'accusa di corruzione. Perché la gara d'appalto è stata sospesa 2 volte e, da allora, l'Arta continua a chiamare gli avvocati sulla base di un albo interno? È questo il primo interrogativo da chiarire. Un'altra domanda possibile riguarda gli incarichi affidati a Tenaglia: tra il primo novembre 2011 e il 29 febbraio scorso, l'avvocato che ha ottenuto più incarichi di tutti gli altri iscritti all'albo è proprio Tenaglia, 15 casi per quasi 25 mila euro, più Iva. Al Centro, Amicone ha già dichiarato: «Non mi pare ci sia alcun giallo in proposito. Quando il 19 ottobre scorso è stato approvato con apposita delibera l'albo interno dei legali mi è sembrato opportuno affidare a Tenaglia le cause urgenti, con udienza già fissata, in virtù della sua pregressa esperienza al servizio dell'Arta».

Sotto inchiesta, insieme ad Amicone, Fernandez e Tenaglia, ci sono anche la direttrice del dipartimento provinciale dell'Arta, Angela Del Vecchio, 64 anni, il presidente della commissione Nicola Colonna, 46 anni di Pisa, e il precario Pellegrini. Proprio Pellegrini, domani, sarà interrogato da Varone: un faccia a faccia dedicato al presunto concorso truccato con le soluzioni consegnate, dice l'accusa, in anticipo al vincitore.

Con questo clima, oggi, dalle 9,30 alle 13 e dalle 15 alle 17, l'Arta apre le porte in segno di trasparenza aderendo alle celebrazioni per la Giornata mondiale dell'ambiente: in programma visite guidate nei laboratori e incontri per scuole, associazioni e cittadini.

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