Arta, Tenaglia rinvia il faccia a faccia con il pm

L'avvocato indagato chiede di essere ascoltato, ma poi la difesa fa slittare l'interrogatorio

CHIETI. Slitta l'interrogatorio dell'avvocato Pierluigi Tenaglia, accusato di corruzione insieme ad Antonio Fernandenz, nell'inchiesta sul presunto malaffare all'Arta. In un primo momento il legale e presidente dell'Ordine degli avvocati di Chieti ha chiesto alla procura di Pescara di essere ascoltato per fornire chiarimenti ma, poi, dopo un colloquio con il pm Gennaro Varone, la difesa ha deciso di prendere più tempo per studiare il fascicolo. Un fascicolo che contiene anche intercettazioni tra il direttore amministrativo dell'Arta, Antonio Fernandez, 56 anni di Teramo, ai domiciliari dallo scorso 23 aprile, e l'avvocato chietino Pierluigi Tenaglia, 47 anni.

INCARICHI.Conversazioni, sostiene l'accusa, su un bando di gara da portare avanti. Poi, nel 2011, la gara d'appalto per i servizi legali dell'Arta, l'agenzia regionale per la tutela dell'ambiente, è stata sospesa due volte e, da allora, l'ente continua a chiamare i legali sulla base di un albo interno: tra il primo novembre 2011 e il 29 febbraio scorso, l'avvocato che ha ottenuto più incarichi è Tenaglia, 15 casi per quasi 25 mila euro, più Iva. È su questi incarichi che proseguono gli accertamenti della squadra mobile, guidata da Pierfrancesco Muriana.

«INTRUSIONE».Intanto, l'indagine divisa in due tronconi - presunti concorsi truccati e favori negli appalti pubblici - va avanti con un altro scatto: il pm Gennaro Varone ha chiesto alla Mobile di approfondire un fatto citato nell'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari a carico di Fernandez. L'episodio, un blitz di Fernandez e altri tre dipendenti Arta nell'ufficio della testimone chiave dell'accusa, risale al 15 luglio 2011, dopo le prime perquisizioni all'Arta e i primi avvisi di garanzia: «Nel corso della mattinata del 15 luglio, mentre era in malattia, Monica Ruscitti (testimone dell'accusa, ndr) era stata informata da un collega del fatto che», questa la sintesi del gip Gianluca Sarandrea, «erano entrati nel suo ufficio Fernandez e i dipendenti M.C., E.D'O. e D.S. per cercare qualcosa tra i faldoni ove erano custoditi i documenti dei concorsi dell'Arta». Un'«intrusione nell'ufficio peraltro lasciato chiuso a chiave», così la descrive il gip. A Fernandez l'accusa contesta di aver modificato una commissione d'esame per avvantaggiare un candidato: con Fernandez, sotto inchiesta ci sono la direttrice del dipartimento provinciale dell'Arta, Angela Del Vecchio, 64 anni, il presidente della commissione d'esame Nicola Colonna, 46 anni di Pisa, un precario storico dell'ente, Pietro Pellegrini, 55 anni, e l'avvocato Tenaglia.

COMMISSIONE. «Fernandez», recita un altro passaggio dell'ordinanza che secondo l'accusa resta immutato anche alla luce dei nuovi accertamenti, «consapevole che la modifica della bozza dei membri della commissione d'esame sarebbe stata interpretata come attività prodromica alla guidata assunzione di Pellegrini, aveva tentato di allontanare i sospetti da sé addossandoli a Ruscitti». Poi, Ruscitti è stata trasferita a Chieti ma, ora, è rientrata a Pescara.

TESTIMONE. Dei 4 testimoni ascoltati, 3 hanno parlato del blitz nell'ufficio per cercare atti riguardanti proprio il concorso da perito elettrotecnico finito sotto inchiesta mentre uno ha affermato che la visita è stata fatta soltanto per trovare «altri atti di altri concorsi». Adesso, questo dipendente rischia di finire indagato: la sua posizione, con un rapporto già spedito in procura, è al vaglio del pm Varone e sono partiti accertamenti sui tabulati telefonici.

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