Asl Chieti, il nuovo piano aziendaleZavattaro: "Salvi servizi e ospedali"

Presentato l’atto aziendale davanti al comitato ristretto dei sindaci: "Gli ospedali, i distretti e le attività svolte non saranno modificate di una virgola". Ma, secondo i primi cittadini, emergono alcune criticità
CHIETI. «Gli ospedali, i distretti e le attività svolte non saranno modificate di una virgola». Il manager della Asl, Francesco Zavattaro, presenta e difende l'atto aziendale davanti al comitato ristretto dei sindaci, presieduto da Luciano Lapenna. Una riunione che per bocca dei primi cittadini comunque ha messo a nudo alcune criticità. L'incontro è stato aggiornato a mercoledì alle 11. La neo organizzazione aziendale, presentata ieri anche al consiglio dei sanitari, fa perno su una visione trasversale e dinamica dei processi di cura, con strutture integrate tra ospedale e territorio, per rendere omogenea l'offerta sanitaria.
Tra le novità ci sono le «linee di produzione», ossia percorsi di cura trasversali a strutture e presìdi, che radunano professionalità specialistiche diverse nella cura di specifiche categorie di pazienti, come i fragili, i post-acuti, gli urgenti, i cronici, così come nel percorso nascita. Visione organizzativa ampia che, a parere del sindaco di Fossacesia, Fausto Stante: «E' un impianto futuribile e modeno ma di difficile concretizzazione».
Distretti. Il documento è stato presentato da Zavattaro, con accanto il direttore sanitario Amedeo Budassi e l'amministrativo Silvia Cavalli, ai sindaci Lapenna, Stante e Sergio De Luca di Casoli. Sull'offerta territoriale è maturato il primo strappo, con Lapenna critico sulle diverse modulazioni delle otto aree distrettuali previste. «Alcune troppo grandi», dice, «altre troppo piccole». Ai timori, poi, di non omogeneità assistenziale nei diversi territori, Zavattaro ha risposto: «Abbiamo previsto la costituzione del Comitato di coordinamento delle attività distrettuali, nel quale gli otto direttori e responsabili di distretto dovranno coordinarsi e definire il piano delle attività, proprio per assicurare omogeneità al servizio».
Unità operative. Altro nodo sono le unità operative, con 102 complesse, che saranno 81 entro il 2014, 30 semplici dipartimentali e 140 semplici. A detta dei sindaci il ruolo predominante dell'Università condiziona l'assetto delle unità operative complesse, con uno squilibrio tra l'area teatina e frentana. Restano anche le 8 strutture dipartimentali, con oncologico, chirugico, medico, cuore, emergenza e accettazione, salute mentale, materno infantile e immagini. «A questi si aggiungono i coordinamenti di altre aree che», continua Zavattaro, «per le loro peculiarità e diversità abbiamo deciso di non inserire in un unico dipartimento. Tra queste ci sono anestesia e rianimazione, laboratori analisi e trasfusionale». Il manager ha sottolineato che la nuova organizzazione prevede realtà funzionali interconnesse, come già è accaduto per le medicine dell'ospedale Santissima Annunziata. Dinamismo, poi, nelle unità operative semplici dipartimentali. «Aree specialistiche di nicchia, come l'emodinamica», conclude, «che ruotano sul territorio e hanno valenza trasversale a tutto il dipartimento».
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