3 maggio

Oggi, ma nel 1923, a Roma, Jacopo Gasparini, ambasciatore di carriera ed esponente del Partito nazionale fascista, veniva elevato governatore civile dell’Eritrea, la colonia primigenia, prendendo il posto di Giovanni Cerrina Feroni, con inizio del mandato dall’1 giugno successivo e incarico che durerà fino allo stesso giorno del 1928 prima di cedere il ruolo a Corrado Zoli. La scelta di Gasparini aveva importanti ricadute nella gestione dei rapporti diplomatici tra El Ymam Jahia, sovrano dello Yemen e il governo italiano guidato da Benito Mussolini.
Tra l’altro, tra i meriti di Gasparini vi sarà il tentativo di acquisire un protettorato in una striscia di territorio yemenita particolarmente significativa per la presenza di giacimenti di greggio e quindi per la potenziale installazione di pozzi petroliferi per il Belpaese. Manovra politica che non andrà a buon fine per le riluttanze di Mussolini e soprattutto per l’intervento ostativo dei plenipotenziari britannici attenti a salvaguardare massimamente la loro sfera d’influenza in quell’area posta all’estremità meridionale della penisola araba.
Tra le funzioni di Gasparini (nella foto, particolare, immortalato nel 1927 sulla copertina del saggio dedicato al primo possedimento d’oltremare tricolore dal giornalista Massimo Rava che sarà edito dalla romana Libreria del littorio, con prefazione di Piero Bolzon, sottosegretario di Stato alle Colonie), classe 1879, di Volpago del Montello, in provincia di Treviso, rientrerà anche la ricostruzione di Massaua, città devastata dal terremoto del 14 agosto 1921 dell’VIII grado della scala Mercalli ed epicentro nell’antistante fascia di Mar Rosso, proseguendo il lavoro avviato a ridosso del sisma dal commissario straordinario Paolo Teodorani anche grazie ai 32,5 milioni di lire per la ricostruzione - che durerà cinque anni e comprenderà la sistemazione del fondamentale porto - che saranno stanziati sul finire di quel 1923.
Somma alla quale verranno aggiunti altri 20 milioni erogati per garantire sussidi ai privati. Già reggente in Somalia come capo degli affari civili e segretario generale nel 1912-1919, sostanzialmente trascorrerà buona parte della sua esistenza politica in Africa, rivestendo anche il compito di ambasciatore nel già menzionato Yemen nel 1937 addetto al rinnovo degli accordi commerciali, nonostante l'inclusione di diritto tra i senatori, il 22 dicembre 1928, morirà anche in colonia, ad Asmara, per arresto cardiaco, il 16 maggio 1941, a 62 anni.