Atessa, le ferie alla Honda ridotte a tre settimane

Operai fermi dal 1° al 23 agosto. Flaminio (Uilm): cauto ottimismo sul riancio dell’azienda

ATESSA. Partono dal 1° agosto le ferie in Honda, fabbrica per la produzione di due ruote e unico stabilimento europeo della nota casa motoristica giapponese. Il periodo di riposo dura solo tre settimane, in controtendenza rispetto al passato, quando lo stop previsto era più lungo, perché si registrano più richieste di veicoli due ruote. Si rientra quindi in fabbrica il 24 agosto. Quest’anno i pezzi prodotti saranno 76mila, 4mila in più rispetto allo scorso anno e l'esperimento dei mini turno (oltre 150 ragazzi con contratti temporanei per coprire l'orario di lavoro dalle 17 alle 22) è stato accolto favorevolmente dalla dirigenza Honda, tanto che probabilmente il prossimo anno potrebbe essere riproposto in alta stagione. "Mi sento di esprimere soddisfazione per la situazione attuale alla Honda di Atessa - commenta la rsu Uilm-Uil Francesco Flaminio - rimanendo sempre nei limiti di un cauto ottimismo a causa della variabilità del mercato. L'accordo sottoscritto al ministero dello sviluppo economico, che ha come capisaldi due punti fondamentali, il job volume (minuti effettivi di lavoro) e il cost down (abbattimento dei costi), sta tenendo. In Honda attualmente lavorano più di 700 persone e al rientro dalle ferie gli stagionali potrebbero essere richiamati ancora, il che è positivo". Il commento è in netto contrasto con i timori espressi dalla Fim-Cisl nei giorni scorsi che denunciava un debito di Honda di 17milioni di euro e il pagamento di 250 euro in buoni pasto sulla quattordicesima. "Secondo il piano di rientro quest'anno Honda avrebbe dovuto essere a meno 13 milioni - sottolinea Flaminio - ma il fatto che si sia arrivati a 17 è una conseguenza del deprezzamento dell'euro sul dollaro. Quanto ai buoni pasto e buoni benzina si tratta di una scelta condivisa con i sindacati per tutelare il potere di acquisto delle famiglie". Una piccola preoccupazione però resiste: tra un anno e mezzo lo stabilimento di Atessa potrebbe perdere una parte dell'assemblaggio, perdendo il motore dello scooter Pcx che arriverebbe già assemblato dall'est asiatico. "Chiediamo alla casa madre giapponese quanto costa questa operazione - incalza la Uilm - quanto si spende ad importare completamente il motore considerando i costi di trasporto. Se il gioco non vale la candela chiediamo che il motore continui ad essere lavorato qui". La Honda in un recente incontro con i rappresentanti sindacali ha anche annunciato degli investimenti su un capannone per modificare il lay out, in modo da ottimizzare i costi.

Daria De Laurentiis

©RIPRODUZIONE RISERVATA