Francavilla al Mare

Autovelox impazzito, caos multe: cinque indagati tra i vigili urbani

12 Giugno 2025

Il pm: «Macchinario malfunzionante, rilevava superamenti di velocità mai avvenuti». In totale sono circa 4.000 le infrazioni accertate dal dispositivo finito ora sotto accusa

FRANCAVILLA AL MARE. C’è chi lo ha già ribattezzato Autovelox-gate. Lo Speed scout, vale a dire il dispositivo mobile montato su una macchina dei vigili urbani di Francavilla al Mare e diventato l’incubo degli automobilisti di mezzo Abruzzo, era «malfunzionante» e «rilevava superamenti dei limiti di velocità in realtà mai avvenuti». Non solo: chi ne era a conoscenza ha nascosto le anomalie. È la conclusione alla quale è arrivata l’inchiesta coordinata dal procuratore della Repubblica di Chieti Giampiero Di Florio. Cinque vigili urbani della cittadina adriatica sono ora indagati, a vario titolo, per «falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale in atto pubblico» e «soppressione, distruzione e occultamento di atti veri».

Tanto per rendere l’idea della gravità delle contestazioni, si tratta di reati puniti ciascuno con la reclusione da tre a dieci anni. Nei guai sono finiti il vice comandante della polizia municipale Giustino Tancredi, 61 anni, e gli agenti Cinzia Gattone (53), Stefania Montebello (56), Carlo Del Gatto (67) ed Elisa Sbaraglia (65). I fatti sono avvenuti tra il 1° luglio 2020 e il 4 dicembre 2023. Le indagini sono state condotte dalla polizia stradale di Chieti che, un anno e mezzo fa, aveva sequestrato lo Speed scout dopo il caos multe scoppiato a Francavilla, soprattutto per la raffica di contravvenzioni sotto le gallerie Le Piane e San Silvestro. In totale, stando a quanto affermato in passato dal Comune, sono circa 4.000 le infrazioni rilevate dal macchinario finito sott’accusa.

Quanto a Gattone e Montebello, le contestazioni di falso aggravato sono scattate per aver attestato, «contrariamente al vero», ai fini delle verifiche di funzionalità periodica annuale previste dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, «di avere eseguito le operazioni di controllo» dello Speed scout. Entrambe, nel verbale redatto il 20 gennaio 2023, hanno certificato falsamente «il corretto funzionamento per il “movimento con rilevamento in avvicinamento” mentre, in realtà, non avevano le competenze tecniche» per farlo. Di conseguenza, lo Speed scout «registrava in modo del tutto anomalo le velocità tenute dai mezzi controllati durante i servizi annuali, assegnando loro il superamento dei limiti di legge mai avvenuto o, comunque, velocità superiori a quelle effettive, con particolare riferimento a mezzi pesanti, furgoni e fuoristrada».

In questo modo, gli indagati hanno «celato il malfunzionamento» dello Speed scout, «riportando sul verbale di aver scattato 18 serie di fotogrammi di prova mentre, in realtà, avevano eseguito 22 test»: quattro fotogrammi sono stati «occultati» in quanto «afferenti a rilevazioni del tutto inattendibili». Analoghe accuse sono state mosse nei confronti di Tancredi e Del Gatto, per il verbale del 22 marzo 2021, sempre relativo alle verifiche di funzionalità annuale del macchinario: entrambi avrebbero disatteso anche quanto previsto dal decreto ministeriale, «poiché provavano lo Speed scout senza differenziare le categorie di mezzi nella consapevolezza che registrava in modo errato le velocità effettivamente tenute» dai veicoli controllati.

Tancredi, insieme a Sbaraglia, è indagato per aver «occultato» parte delle foto digitali scattate dall’autovelox mobile – sempre al fine di nasconderne il cattivo funzionamento – «facendole confluire in cartelle archiviate nel computer in uso all’ufficio, in quanto del tutto incoerenti con la tipologia dei mezzi e delle strade, omettendo di redigere verbale di tale operazione». Gli indagati – difesi dagli avvocati Vincenzo Di Lorenzo, Marco De Merolis, Antonio Luciani e Luca Paolucci – hanno venti giorni di tempo per presentare memorie, produrre documenti o chiedere di essere interrogati. Poi il procuratore deciderà se sollecitare il processo o l’archiviazione.

©RIPRODUZIONE RISERVATA