L'assemblea in Provincia con i 70 lavoratori della Ball (Foto Camiscia)

CHIETI

Ball, settanta licenziati a Natale: #uomininonlattine

Assemblea in Provincia con i lavoratori della multinazionale che lascia San Martino sulla Marrucina. Lolli: mai vista una crisi come questa. Marcozzi: non ci arrenderemo

CHIETI. Un albero di Natale sotto il quale il pacco regalo è il licenziamento e una maglietta bianca con l'hashtag #uomininonlattine: sono i simboli che i 70 lavoratori della Ball Beverage Packaging di San Martino sulla Marrucina (Chieti), che resteranno senza lavoro il prossimo 25 dicembre, hanno scelto questa mattina per l'assemblea che si è tenuta nella sala consiliare della Provincia di Chieti, presente il vice capo di gabinetto del Mise, Giorgio Sorial; il presidente vicario della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, rappresentanti di Fiom Cgil e Fim Cisl; sindaci in fascia tricolore. Presenti anche i deputati Daniela Torto (M5s) e Camillo D'Alessandro (Pd) con il candidato presidente alla Regione per il M5s, Sara Marcozzi.

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«Ho seguito 113 crisi aziendali, ma una così non l'avevo mai vista, né per i modi né per i tempi»  ha detto Lolli parlando ai lavoratori. «Siamo di fronte alla chiusura di uno stabilimento che produce e gli argomenti per la chiusura non sono convincenti. Lo stabilimento deve essere ceduto a chi rioccupa, ma non ci hanno dato tempo, sapevano quello che sarebbe successo e infatti hanno realizzato uno stabilimento in Spagna. Tutta Italia deve sapere» ha aggiunto Lolli «che un'azienda, il giorno di Natale, senza motivo, manda i lavoratori a casa e si rifiuta di guadagnare un anno di cassa integrazione: insieme diciamo che una prepotenza di tal genere non la sopporteremo. La situazione è dura e le prospettive sono nere, siamo al vostro fianco e nessuno mollerà».

«Alle spalle di questi lavoratori» ha commentato Sara Marcozzi «ci sono famiglie che rischiano di essere messe a serio rischio da una mossa incomprensibile di questa multinazionale. Per stessa ammissione dei dirigenti Ball, l'azienda non è in crisi e il settore è stabile. Nonostante questo, vogliono delocalizzare all'estero invitando i lavoratori a trasferirsi in giro per l'Europa. Mi auguro che anche il Parlamento Europeo faccia la sua parte lavorando in favore di questa parte d'Abruzzo. Dal governo sono state fatte proposte di ogni tipo; la Ball ha prima dichiarato di valutare le opzioni, salvo poi decidere nuovamente per la chiusura nel giro di poche ore. Ciò che posso garantire agli abruzzesi è che noi non ci arrenderemo. Siamo a pronti a battere i pugni sul tavolo e a portare avanti le nostre ragioni».