Bellia e la villa “contesa” a Berlusconi
Chiesto il processo per l’imprenditore teatino: spunta l’affare-Mufarbi che l’ex premier voleva per far pace con Veronica
CHIETI. Nelle operazioni immobiliari di Luciano Bellia, amministraore della Sidermetalli di Chieti Scalo, compare Villa Mufarbi, splendida magione stile moresco di 2500 metri quadri (solo di area abitabile) che si affaccia sul mare di Taormina. Quella immensa villa, della società Hilde Fortini, amministrata da Francesco Arcovito, che nel 2009 era finita nella sfera degli interessi dell’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi, è entrata di fatto nella inchiesta della Guardia di Finanza teatina, coordinata dalla sostituto procuratore Marika Ponziani, che si è imbattuta nella tenuta da sogno a proposito della bancarotta fraudolenta della Sidermetalli di Bellia, srl dichiarata fallita nel 2013.
La procura qualche giorno fa ha chiesto il rinvio a giudizio dell’imprenditore teatino. Con lui sono imputati Irina Sedova, per un periodo amministratrice della società e alla quale venne ceduto il 70 per cento del capitale sociale, la moglie di Bellia Monica Piersante, accusata di ricettazione fallimentare, Giuseppe D’Alessandro, amministratore della Krizia srl, società in affari con la Sidermetalli, imputato di evasione fiscale, stesso reato ipotizzato per Luciano Gallo, amministratore di una società di grafica, anche questa in rapporti con Bellia e Gianmarco Pipia, amministratore di un’altra società, la Hamilton di Arzignano legata alla Sidermetalli, che nasce come società che organizza congressi per poi trasformarsi in un’azienda che lavora pelli in genere.
Ma torniamo alla tenuta da sogno di Taormina.
La reggia con i marmi rossi di Alicante e verdi del Portogallo, dove solo al piano terra ci sono 12 stanze sembra che fosse un regalo che Berlusconi avrebbe voluto fare alla ex moglie Veronica e al figlio Luigi. Acquisto sfumato subito dopo la visita dell’ex premier a Taormina per le trattative preliminari, in quanto Berlusconi venne travolto dalla storia di Noemi e delle escort. Ed è qualche tempo dopo che la villa da sogno entra nei vorticosi e intricati affari di Bellia. L’amministratore della Sidermetalli, società in via Custoza allo Scalo, che non si occupa solo di «recupero di materiale ferroso e non» e di «materiale di risulta in genere» ma anche di intermediazione immobiliare, secondo le indagini delle Fiamme Gialle aveva ricevuto 2milioni, 947 mila euro depositati su due banche la Serfina e la Bcc Sangro Teatina. La somma, secondo gli investigatori, era da riferire a un preliminare di compravendita proprio di Villa Mufarbi. Due facoltosi personaggi russi erano interessati alla magione di Taormina, Bellia fece da intermediario firmando il preliminare di vendita con i due russi.
Ma gran parte di questa immane quantità di denaro che aveva insospettito gli investigatori perchè non corrispondevano al profilo professionale dell’imprenditore con una notevole esposizione debitoria, venne, secondo la Finanza, distratta, dissipata e occultata attraverso una serie di prelievi tramite assegni fatti in favore della stessa Sidermetalli, di Bellia, della Sedova e di un altro russo, estraneo alle indagini.
Ma come per Berlusconi, sia pure per altre e differenti ragioni, l’affare della villa Bufarbi non andò in porto per i facoltosi russi.
Bellia dovrà rispondere ancora di bancarotta fraudolenta e documentale relativamente a 1 milione e 600 mila euro depositati in varie banche, parte dei quali venivano distratti, dissipati o occultati in favore della Irina Sedova sempre con la stessa causale «finanziamento socia».
Di bancarotta si parla anche relativamente ad alcuni appartamenti, yacht e auto acquistati con contratti leasing non onorati e spariti all’attenzione dei vari istituti bancari. I beni vennero anche sequestrati dalla Finanza e sono: un appartamento in via Custoza (786 mila euro), un altro a in piazza Garibaldi a Pescara (650mila euro), un immobile a Giulianova, in via Turati (647mila euro). Eppoi una Lamborghini Murcielago Roadstar per la quale Bellia aveva firmato un contratto di leasing di oltre 85mila euro, una Audi A8 e una Audi Avant per le quali l’imprenditore si era indebitato per circa 90mila euro, eppoi una barca, uno yacht Kubang, sembra, l’unico bene recuperato e riconsegnato all’istituto di leasing.
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