Bloccati 10 mila referti medici

I dipendenti Asl stanno reinserendo a mano i risultati sui prelievi di sangue fatti prima del 31 maggio

LANCIANO. Alcuni attendono pazienti; altri, invece, sono inviperiti. Sono gli utenti Asl in cerca delle risposte agli esami del sangue effettuati prima del 2 giugno. Dall’altro lato ci sono medici, infermieri, tecnici e amministrativi del reparto di Patologia clinica che lavorano con turni di più di 12 ore al giorno per recuperare circa 10mila “pratiche” che la rottura del server centrale che gestisce tutti i dati delle accettazioni delle analisi degli ospedali di Lanciano, Vasto, Atessa e dei distretti della ex Asl frentana, ha mandato in fumo. Dati sbriciolati che vengono recuperati dai dipendenti con un lavoro lungo che si riflette sugli utenti che devono aspettare qualche giorno in più del previsto per ottenere le risposte agli esami effettuati.

È questa la situazione conseguente alla rottura improvvisa del server centrale del sistema delle accettazioni analisi che ha portato disagi a molti utenti, quasi 5mila, che hanno effettuato gli esami nei 10 giorni prima del 2 giugno, giorno in cui il sistema è andato in tilt. Un blocco mal gestito dalle ditte esterne alla Asl che si occupano della manutenzione dell’impianto, intervenute in ritardo e verso le quali la Asl ha intenzione di procedere legalmente.

«Tutti coloro che hanno effettuato i prelievi dal 3 giugno non hanno problemi nella riconsegna dei risultati perché si sta lavorando con il vecchio sistema operativo», spiegano dall’azienda sanitaria, «qualche problema c’è per le risposte da avere prima del 2 giugno per la rottura del sistema informatico». Questo blocco ha praticamente resettato i dati antecedenti a quella data. Si tratta di circa 10mila esami che devono essere recuperati.

Nel reparto, uno dei migliori della Regione, sono stati tirati fuori più di 6mila dati tanto che ad Atessa, ad esempio, la situazione è tornata alla normalità. È invece a Lanciano che c’è ancora qualche ritardo e capita che gli utenti debbano attendere 20 minuti per ricevere le risposte. Questo perché l’operatore deve tirare fuori ogni dato da ogni singolo macchinario. Serve l’emocromo? Si stoppa la macchina, si estrae il dato, si inserisce manualmente nel sistema e alla fine viene stampato. Un lavoro da fare per ogni singolo esame. E se contiamo che ogni giorno ci sono circa 500 prelievi, in media ogni paziente effettua 6 esami e che i giorni di blocco sono stati 10, ecco che ci sono circa 30mila singoli dati da recuperare. «Agli utenti chiediamo pazienza», dicono dalla Asl, «perché occorrerà ancora qualche giorno per il recupero storico dei dati. Nessun problema per le urgenze che vengono assicurate nei tempi previsti».

Teresa Di Rocco

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