Caviglia trapiantata, parla la donna «Finito un supplizio lungo due anni»

"Mi hanno ridato la gamba e la speranza di continuare a ad andare incontro alla vita". Racconta così la sua esperienza Ivana Liberati, 59 anni, residente in provincia di Teramo, la prima paziente in Abruzzo cui è stata trapiantata la caviglia. L'intervento è stato effettuato presso l'ospedale di Lanciano (Chieti) dal primario di ortopedia Andrea Ponziani. La donna sottoposta a trapianto aveva avuto l'arto frantumato a causa di un incidente che l'aveva obbligata a vivere su una sedia a rotelle.

LANCIANO. «A Lanciano mi hanno ridato la gamba e la speranza di continuare ad andare incontro alla vita». Ivana Liberati sorride. Per lei, prima donna in Abruzzo ad avere subìto il trapianto di caviglia, è come se il giorno fosse appena cominciato. E’ tornata nella sua casa di Basciano, nel Teramano, dal marito Nicola Durante, fabbro, e dai suoi due figli.

Sono trascorse poco più di 48 ore dall’intervento chirurgico eseguito dall’équipe del dottor Lorenzo Ponziani, primario del reparto di ortopedia dell’ospedale Renzetti di Lanciano. A Ivana Liberati, 59 anni, è stata impiantata la parte della tibia distale, donata dalla Banca del tessuto muscoloscheletrico dell’Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna. Grazie alla porzione di caviglia trapiantata la casalinga tornerà a camminare e potrà lasciare la sedia a rotelle.

«Non ho avuto mai paura dell’intervento. Per me c’era solo la speranza di riprendere a camminare, volevo riavere la mia vita, la mia tranquillità», sottolinea, «ero finita sulla sedia a rotelle dopo un incidente domestico e non dopo uno scontro d’auto. Stavo sistemando le tende di casa e sono scivolata dalla scala. Un volo tremendo: da lì sono cominciati i miei guai. Era l’ottobre 2005». Nella caduta la donna si è letteralmente sbriciolata la caviglia e il piede le era rimasto ciondolante.

«Non stavo più in piedi», racconta la casalinga, «ho iniziato il giro fra gli ospedali, prima a Parma, poi fino a Bologna. Fino a quando mi hanno consigliato di rivolgermi al dottor Ponziani, in servizio a Lanciano. Mi hanno detto che si trattava di uno dei massimi esperti di chirurgia ortopedica. Ha rappresentato la mia salvezza». Cinque giorni fa la casalinga si è sottoposta all’intervento chirurgico al Renzetti di Lanciano, eseguito con successo dall’équipe del primario (Piergiorgio Piermattei, Amedeo D’Ortona ed Enrico Marvi).

Durante le tre ore in sala operatoria è stato asportato l’osso frantumato (circa cinque centimetri) e successivamente l’osso del donatore è stato modellato e trapiantato. Il tutto è stato “saldato” con due placche in titanio, lunghe una quindicina di centimetri, avvitate alla tibia. Placche che saranno rimosse tra due anni. «Porterò il gesso fino a maggio», aggiunge Ivana Liberati, «e poi dovrò sottopormi a un periodo di riabilitazione.

Sono contentissima e voglio ringraziare tutto il personale dell’ospedale di Lanciano che mi ha accolto con affetto. Un ottimo esempio di sanità». Sul caso del trapianto di caviglia, primo in Abruzzo, è intervenuto anche il manager della Asl Lanciano-Vasto. «Si tratta di un intervento che dona prestigio al Renzetti», evidenzia Michele Caporossi, «in questo modo si dà il giusto valore anche alle peculiarità di un ospedale meno conosciuto».