Chieti, il cuore della mamma si ferma 35 minuti durante il parto

Il bambino nasce mentre lei è in arresto cardiaco. Per i medici la donna è morta, ma poi il polso torna a battere

CHIETI. C’è chi parla di miracolo, ma per i medici il fenomeno clinico accaduto qualche settimana fa al policlinico teatino «è raro, ma non unico». La cosa certa è che il cuore di una donna di 33 anni, al nono mese di gravidanza, ha smesso di battere per 35 minuti. Arco di tempo durante il quale C.S. ha dato alla luce il suo bambino e poi, inaspettatamente è tornata a vivere.

Una storia a lieto fine (riportata dal sito Abruzzolive.tv) che riempie di gioia i familiari della 33enne, ma anche tutta la squadra di professionisti scesa in campo decisa a salvare la vita alla donna e al bambino che portava in grembo. C.S. si era rivolta al pronto soccorso del Santissima Annunziata perché accusava dei forti dolori all’addome.

Una volta ricoverata in Ginecologia ha avvertito una fitta al petto, preludio all’arresto cardiaco arrivato dopo pochi minuti. Il suo cuore aveva smesso di battere . il polso era azzerato. La donna è stata trasferita nella Rianimazione e sottoposta a tutte le manovre necessarie per tentare di defibrillare un cuore ormai muto. Perse le sperane per la madre i medici si sono dati da fare per far nascere il bimbo e strapparlo così da morte certa. Al taglio cesareo praticato senza anestesia perché per i medici la donna era deceduta, hanno partecipato l'equipe di Anestesia, quella della Rianimazione, di Ginecologia, di Chirurgia toracica e vascolare.

Il bimbo che ha già un fratellino è nato sano e molto vitale. L’’ostinazione ha spinto i medici a proseguire nel tentativo di fare ripartire il cuore della donna. Una impresa disperato, hanno ammesso i medici. Dopo 35 minuti di morte apparente,un taglio cesareo senza anestesia e l’assenza di ossigeno nel sangue, il polso della neo mamma è tornato a pulsare in modo flebile.

C.S. che vive in un paese vicino a Chieti, è stata trasferita in Rianimazione e sottoposta a una serie di indagini mediche per accertare i danni prodotti dalla prolungata assenza di ossigeno nel sangue provocata dall’arresto cardiaco. Danni neurologici che miracolosamente non si sono verificati. Pochi minuti dopo la donna ha riaperto gli occhi, non ricordava nulla di quanto accaduto. La puerpera è stata spostata all’Utic per qualche giorno e salvata da tre infarti. Ora la donna e il suo bambino sono a casa. Stanno bene entrambi. A volte i miracoli succedono.

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