La pista ciclabile a Torino di Sangro

CHIETI

Costa teatina, l'assalto alla Via Verde: "Un condono su strade, terreni e accessi al mare"

Associazioni, comitati, aziende contro la proposta di Regolamento della Provincia di Chieti che azzererebbe ciò che è stato realizzato nel silenzio negli anni: "Zone verdi trasformate in aree commerciali e procedura monca".  E il Parco nazionale è sepolto da 17 anni. Domani appuntamento a Vasto

CHIETI. E' un vero e proprio assalto quello che viene denunciato in questi giorni sulla Costa teatina. Un assalto all'arma bianca per farne capire l'irruenza, una "corsa al sacco" per far intendere gli interessi in ballo su una delle aree più belle della regione dal punto di vista naturalistico (è la Costa dei trabocchi!) e strategicamente importanti in chiave turistica. Di qui passano le principale coordinate della programmazione e delle sviluppo marketing regionale, di qui passano milioni di fondi europei destinati a piste ciclabili e zone protette. Tutti dovrebbero essere d'accordo e tirare dalla stessa parte per quella che è una straordinaria occasione di sviluppo, di benessere, condivisione e coesistenza tra ambiente e produttività. E invece succede che s'intrecciano e continuano a scontrarsi interessi di parte, che si cerca di creare le condizioni affinché le cose poi vadano in una direzione piuttosto che in un'altra. E tutto sotto quell'ipotetico mantello del Parco nazionale della costa teatina _ istituzionalizzato per legge da 17 anni _ che di fatto, un altro caso tutto abruzzese, non viene spiegato. Non viene riconosciuto.

Che cosa succede? La denuncia riguarda la Via Verde e cioè il tracciato della pista ciclabile, appartenente alla Ciclovia adriatica più lunga d'Europa ricavata a suon di milioni (europei, governativi e regionali) sull'ex ferrovia e che dopo anni di polemiche e contrasti, dovrebbe essere aperta ufficialmente per la prossima estate. Una lunga striscia verde che attraversa punti incantevoli della costa e che rappresenta il motore dello sviluppo turistico-ambientale. In tanti l'hanno capito, e cercato di sfruttare. Tanto che intorno alla Via Verde sono nel frattempo e nel più assoluto silenzio sorte case e strutture commerciali. All'improvviso sono stati ampliati terreni, sono spuntate strade e stradine private per le discese e mare. Basta farsi un giro per rendersi conto di come sia cambiato negli anni il panorama, complice, lo ripetiamo, il più assoluto silenzio di chi avrebbe dovuto controllare celandosi anche dietro quella che è stata offerta come "scusa politica": la mancata operatività del Parco nazionale.

Nei riquadri le aree "contese" vicino al trabocco di Punta Mucchiola a Ortona

Associazioni ambientaliste e non, comitati, cittadini e anche imprese denunciano la corsa al "sacco" inteso come tale il "tesoro" che rappresenta la Via Verde. Segnalano strade e parcheggi spuntati sulle aree verdi, la commistione tra auto e bici, le concessioni per "specifici ristoranti", la trasformazione di vaste aree per chioschi e banchi di vendita.

Perché ora? Perché adesso la Provincia di Chieti ha avviato la proposta di Regolamento della Via Verde, una proposta che è ritenuta una sorta di condono su ciò che nel frattempo è stato consentito di realizzare. Secondo le associazioni, se il Regolamento venisse approvato come è stato concepito, verrebbero riconosciuti interi tratti in concessione ai privati e verrebbero trasformate vaste aree ad uso commerciale. E dal punto di vista normativo e burocratico viene anche segnalata la procedura "monca" eseguita dalla Provincia, poiché il Regolamento va preliminarmente sottoposto alle autorizzazioni della Valutazione ambientale strategica (Vas) e Valutazione di incidenza ambientale (Via).

Le associazioni danno appuntamento a domani , lunedì 14 dicembre, a Vasto (primo appuntamento alle ore 9,30 al parcheggio San Nicola) per andare a visitare parte dei luoghi direttamente interessati dal "sacco alla Via Verde". E alle ore 11,30 in piazza Rossetti, verranno svelate le mappe che individuano i tratti che verrebbero dati in concessione a privati: "Sarà divulgata l'intera documentazione da cui si evince il totale contrasto sia con le procedure obbligatorie per la valutazione e l'approvazione della necessaria pianificazione sia con gli obiettivi di tutela di un patrimonio di inestimabile valore". Con tanti saluti al Parco nazionale della Costa teatina che continua ad esistere solo sulla carta.

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