Denso, nuovi timori per il futuro: ora il caso arriva fino al ministero 

Mercoledì è in programma un incontro con i vertici dell’azienda, i dipendenti: «Vogliamo certezze»  La Cisl: «Il tema delle ricadute occupazionali va affrontato anche al tavolo che sarà aperto a Roma»

VASTO. Nuove lavorazioni per evitare crisi e perdita di posti di lavoro. La Fim Cisl nazionale è stata coinvolta nella vertenza Denso: i sindacati chiederanno ai dirigenti dell’azienda di San Salvo, nel corso dell’incontro che si terrà a Piana Sant’Angelo mercoledì prossimo, certezze per il futuro.
«In attesa che la Denso decida sugli investimenti dell’elettrico», conferma il segretario della Fim Cisl, Primiano Biscotti, «chiederemo di portare nuove lavorazioni per diminuire l’impatto della cassa integrazione sui lavoratori. In prima battuta abbiamo l’urgenza di fronteggiare la crisi di volumi attuale e poi gestire la transizione ecologica. Per quanto riguarda l’elettrico», sottolinea Biscotti, «è fondamentale riuscire a portarlo a San Salvo perché le attuali produzioni sono quasi totalmente destinate ai motori termici che ormai hanno intrapreso una discesa di volumi inarrestabile in vista del 2035, data che prevede in Europa la produzione di sole automobili elettriche. Su questo problema abbiamo coinvolto anche la Fim-Cisl nazionale perché sarà fondamentale far rientrare anche la Denso nel tavolo ministeriale nazionale dove si affronterà il problema delle ricadute occupazionali e, quindi, delle iniziative di investimenti e ammortizzatori sociali per gestire questa fase di svolta industriale epocale. Diremo all’azienda», prosegue Biscotti, «che le sfide non ci fanno paura. Nei 50 anni di storia dello stabilimento di San Salvo ci sono state già tante riconversioni. Si è passati dalle batterie ai tergicristalli, ai motorini di avviamento e agli alternatori. Negli anni ’90 si sono portate le produzioni dei regolatori. Ogni volta erano lavorazioni nuove e ogni volta i lavoratori di San Salvo hanno dimostrato di essere all’altezza della situazione, facendo ottenere a Magneti Marelli prima e a Denso dopo ottimi risultati. Quindi crediamo che anche con l’elettrico possano fare la loro parte e superare questa sfida epocale. I risultati negativi degli ultimi anni sono da attribuire esclusivamente alla gestione e, oggi, i lavoratori ne pagano pesantemente le conseguenze pur non essendone colpevoli».
I sindacati invocano lavoro, necessario per allontanare lo spauracchio della crisi e la cassa integrazione. Sono infatti ancora 150 i dipendenti della Denso Manufacturing di Piana Sant’Angelo in cassa integrazione, nonostante dalla fabbrica nel 2022 siano già usciti 175 lavoratori. A giudizio dei rappresentanti di Fim, Fiom, Uilm e Fismic, rispettivamente Primiano Biscotti, Nicola Manzi, Alfredo Fegatelli e Nicola Amicucci, e per le rsu, sono troppi. Mercoledì nel corso del faccia a faccia si discuterà anche di cassa integrazione, prepensionamenti e contratti di espansione.
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