«Diagnosi tardiva di meningite»: 57mila euro di risarcimento alla paziente per danno biologico

Il caso tra due ospedali. L’assicurazione della Asl paga a seguito della transazione con una donna di 60 anni. I consulenti del Tribunale: «Il marito si è reso conto della gravità e l’ha accompagnata a Chieti»
VASTO. Una diagnosi di meningite formulata con ritardo, con un conseguente “danno biologico” del 50%. Sono giunti a queste conclusioni i consulenti tecnici d’ufficio (Ctu) nominati dal Tribunale di Vasto nella causa civile avviata da una donna sessantenne residente in un comune dell’entroterra vastese. Il tentativo di conciliazione si è concluso con un accordo tra le parti: il versamento della somma di 57mila euro, comprensiva del risarcimento integrale, delle spese e degli oneri legali in cambio della rinuncia a qualsiasi pretesa nei riguardi della Asl Lanciano Vasto Chieti e della compagnia di assicurazioni. La donna è assistita dall’avvocato Antonello Marcucci del foro di Vasto.
La storia clinica ricostruita dai consulenti tecnici d’ufficio, Rocco Di Mascio e Giorgio Murmura, racconta che dal 16 al 26 febbraio 2022 la sessantenne ha effettuato diversi accessi all’ospedale di Vasto con iniziale dorsalgia, rialzo febbrile, astenia, epistassi, senza che venisse effettuata alcuna valutazione neurologica. Solo nell’ultimo accesso all’ospedale di Chieti, a dieci giorni dai primi sintomi, i medici provvedevano al ricovero nel reparto di Neurologia, «dove l’esame liquorale confermava il sospetto di meningite acuta batterica con immediato inizio della terapia antibiotica».
I medici legali incaricati dal Tribunale hanno bollato come «superficiale il comportamento adottato all’ospedale di Vasto» per non aver chiesto una consulenza specialistica nonostante la presenza nel presidio del servizio di Neurologia. «A tale carenza nella gestione della paziente», proseguono i consulenti tecnici, «sopperiva il coniuge che, avendo intuito la gravità della situazione, accompagnava la moglie all’ospedale di Chieti dove veniva formulata, seppur tardivamente, la corretta diagnosi ed iniziato una idonea terapia che, visti gli attuali esiti clinici, hanno parzialmente modificato il decorso della malattia. È cosa nota in letteratura medica che la diagnosi tempestiva della meningite è cruciale perché, specialmente quella batterica, è un’emergenza medica che può portare a gravi complicanze neurologiche o morte se non trattata rapidamente», annotano i consulenti, «la tempestività permette di iniziare il trattamento antibiotico il prima possibile, migliorando notevolmente la prognosi del paziente e limitando o evitando complicanze più o meno importanti».
I periti hanno quindi quantificato il danno biologico nella misura del 50%, rimarcando «che non è possibile stabilire quale danno sarebbe residuato in caso di condotta professionale corretta, in quanto esiste una responsabilità individuale nella risposta alla terapia. È però ipotizzabile che sussista un maggior danno da ritardo diagnostico del 10%».

