Ecofox chiede il via libera per un nuovo impianto

Biodiesel, il progetto all’esame dello Sportello unico delle attività produttive L’azienda punta su un carburante ecologico che sfrutta catalizzatori enzimatici

VASTO. Si chiama Ecogreen l’impianto pilota per la produzione di biodiesel che la Ecofox vuole realizzare a Punta Penna, nel serbatoio costiero alla foce del torrente Lebba. La ditta ha chiesto allo Sportello unico delle attività produttive (Suap) il rilascio del provvedimento conclusivo per la installazione di un container. L’autorizzazione potrà essere firmata solo dopo la valutazione di incidenza ambientale (Vinca), trattandosi di progetto che ricade in zona Sic (Sito di interesse comunitario), vicino alla riserva naturale di Punta Aderci. Resta da vedere se le legittime esigenze dell’azienda - intenzionata a produrre carburante ecologico con l’utilizzo di catalizzatori enzimatici - sono compatibili con il rispetto dell’ambiente. Al momento la pratica è ferma in Comune dove sono in attesa di conoscere l’esito della valutazione di incidenza ambientale il cui studio è stato affidato a un consulente di Penne, Giorgio Colangeli, lo stesso esperto che si è occupato delle norme tecniche del piano regolatore.

La notizia del nuovo progetto ha comunque messo in guardia il “Comitato cittadino” che da anni chiede alla politica di fare scelte definitive su un’area dove convivono forzatamente un’agglomerato industriale e una riserva naturale che, nel corso della passata estate, ha ottenuto importanti riconoscimenti finendo sulle più patinate riviste nazionali.

«Esamineremo nel dettaglio il progetto e verificheremo se verrà rispettata la procedura», afferma Lino Salvatorelli, presidente dell’Arci e rappresentante del Comitato, «purtroppo fino a quando non verrà sciolto il nodo sulla destinazione urbanistica di Punta Penna possiamo solo vigilare».

Associazioni e comitati chiedono decisioni definitive per non rincorrere di volta in volta questo o quel progetto. È già successo in passato con la centrale a biomasse della Istonia Energy (la cui costruzione è ancora bloccata), con il progetto Recogen della Puccioni e con il cementificio, tutti impianti che mal si conciliano con un parco costiero. Ma la politica non ha ancora sciolto il nodo. È rimasto al palo anche il Patto per il territorio che, secondo le intenzioni dell’amministrazione comunale, avrebbe dovuto dare vita a un modello di sviluppo durevole e sostenibile, tale da garantire la convivenza tra la zona industriale di Punta Penna e la riserva. L’iniziativa, lanciata due anni fa dal sindaco Luciano Lapenna, si è arenata dopo pochi incontri, anche se il Patto per il territorio non ha mai riscosso i favori delle associazioni cittadine.

Anna Bontempo

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