Faist, ancora polemiche Duro scontro alla Camera 

D’Alessandro (Iv) va su tutte le furie, poi chiarisce: c’è l’attenzione del governo  Il sottosegretario Di Piazza: la prefettura ha agito in modo corretto e tempestivo

LANCIANO. È scontro in commissione lavoro alla Camera dei deputati sul caso Faist, l’azienda dell’indotto automotive che produce sensori per le turbine di auto e veicoli commerciali che lo scorso 7 febbraio ha sgomberato lo stabilimento di Lanciano di tutti i macchinari, lasciando di fatto 17 dipendenti senza un lavoro. Il confronto acceso è avvenuto tra il deputato e capogruppo di Italia Viva, Camillo D’Alessandro, e il sottosegretario al ministero del Lavoro Stanislao Di Piazza.
D’Alessandro aveva presentato un’interrogazione chiedendo chiarimenti sulla procedura avviata dall’azienda, illegittima secondo il parlamentare abruzzese, dato che l’azienda ha delocalizzato prima ancora di attendere i 75 giorni previsti dalla legge per valutare soluzioni alternative allo sgombero dello stabilimento e al licenziamento collettivo di tutti i dipendenti. L’esponente di Italia Viva ha chiesto conto anche dell'operato della Prefettura di Chieti. A mandare su tutte le furie D’Alessandro è stato l’invito di Di Piazza (M5s) a rivolgersi alla Procura e non al Governo.
«La sede più opportuna per far valere eventuali doglianze circa le presunte violazioni sindacali nei confronti dei lavoratori è certamente quella giudiziaria e non quella politica», ha detto Di Piazza. «Spero di aver capito male», ha risposto stizzito D'Alessandro, «lei mi dice che queste vertenze non devono essere oggetto del lavoro della commissione perché sono di natura giudiziaria? Ma sta scherzando? Lei mi dice che i lavoratori devono andare alla Procura? Certo che ci vanno, e la politica che fa? Il ministero che fa? Io devo rispondere ai cittadini che credono che quando hanno un problema del genere devono andare dallo Stato, in quel caso la Prefettura».
Il sottosegretario Di Piazza ha sottolineato che la Prefettura ha agito «fattivamente e tempestivamente», facendo tutti gli approfondimenti del caso e interloquendo in primis con l’Ispettorato del lavoro. «Non risulta pervenuta agli atti della Prefettura la richiesta di incontro dei sindacati», ha aggiunto Di Piazza, richiamando anche l’incontro in Confindustria del 6 febbraio in cui le parti hanno sottoscritto un verbale.
«Una risposta burocratica ed in quanto tale inutile», ha commentato invece D’Alessandro. «Io stesso, davanti ai cancelli della Faist chiamai il Prefetto, che era fuori sede, per reiterare l’invito a ricevere il sindacato, prima che si compisse ciò che si è compiuto, ovvero lo svuotamento dello stabilimento durante una fase di confronto, non conclusa, e violata dall’azienda. L’incontro non c’è mai stato. Continuerò ad andare fino in fondo perché non si ritenga, con tale precedente, che in Abruzzo è possibile fare ciò che si vuole: venire, andarsene, svuotare di notte uno stabilimento».
«Devo tuttavia precisare», ha commentato a freddo il deputato di Italia Viva, «che, dopo il confronto in commissione, con il sottosegretario ci siamo chiariti, e mi ha dato la propria disponibilità a venire in Abruzzo, ad incontrare i lavoratori e a valutare ogni iniziativa a loro fianco. Esattamente questo volevo ottenere: fare diventare il caso Faist un caso nazionale».
©RIPRODUZIONE RISERVATA