Forte, dolore per la Golden Lady

Il vescovo: "Il mio appello è rimasto inascoltato"

GISSI. La notizia della possibile chiusura dello stabilimento Golden Lady ha provocato profondo rammarico nel vescovo di Chieti-Vasto, monsignor Bruno Forte. Il presule che nel mese di ottobre scrisse una lettera al vescovo di Mantova, monsignor Roberto Busti, pregandolo di intervenire presso i dirigenti dell'industria tessile di Castiglione delle Stiviere per difendere l'occupazione di centinaia di lavoratori, in una lettera al Centro, esprime il proprio dolore per l'epilogo della vicenda.

La lettera.
«Apprendo con profondo rammarico della chiusura ormai decisa dello stabilimento Golden Lady di Gissi», si legge. «Avevo cercato anch'io di evitare in ogni modo i licenziamenti, contattando direttamente i proprietari, per dar voce alle preoccupazioni gravissime delle famiglie dei lavoratori coinvolti e per esprimere le riserve sulla "delocalizzazione" che anche Papa Benedetto XVI ha espresso nella recente Enciclica Caritas in veritate. Ora non posso che prendere atto di questa vicenda dolorosissima che ha ricadute drammatiche per centinaie di persone, e pregare Dio per le tante famiglie che si troveranno nei prossimi giorni segnate dal dramma delle disoccupazione. Il mio appello a nuovi investimenti e a una politica d'innovazione sul nostro territorio è rimasto, purtroppo, inascoltato e il potenziale di qualità umana della nostra gente lavoratrice è stato mortificato. In questo momento di tristezza mi stringo alle famiglie disorientate e cariche di incertezze per il futuro. Incoraggio tutti a non perdere la speranza in Dio per continuare a scommettere sulla vita. Invito i responsabili della cosa pubblica e chiunque abbia possibilità imprenditoriali a non lasciare nulla di intentato per creare nuovo lavoro nell'area toccata dalla crisi».

Il precedente.
Non è la prima volta che monsignor Forte sale sulle barricate in difesa del lavoro. Nel 2007, davanti a un possibile ridimensionamento della Denso di San Salvo, il presule scrisse una accorata lettera in italiano e inglese al vice presidente esecutivo dell'industria giapponese, Atsushi Shinoda. La lettera che venne affissa nelle bacheche della fabbrica di Piana Sant'Angelo riuscì a risolvere il problema di 500 esuberi.

Il progetto.
Questa volta la questione è più delicata.
I dirigenti della Golden Lady ritengono che la fabbrica di Gissi non sia più competitiva. In autunno paventarono il possibile trasferimento degli impianti in Serbia o Pakistan. A dicembre hanno presentato al sindaco di Gissi Nicola Marisi la richiesta di riconversione della fabbrica in una cittadella commerciale con 60 attività, un grande market, 7 sale cinematografiche, saune, palestre, bar e ristoranti. Il 25 gennaio il futuro della Golden Lady sarà deciso nei locali dell'Assindustria di Vasto.

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