LANCIANO

Frase irriguardosa verso la vigilessa: comandante sospeso 4 giorni

«Non si fa la poliziotta da casa tra una girata di sugo e una passata di Folletto»: ma gli avvocati fano ricorso perché il linguaggio è privo di rilievo disciplinare

LANCIANO. «Non è concepibile fare il poliziotto da casa, in smart working, tra una girata di sugo e una passata di Folletto!». È questa una delle frasi incriminate, considerate irriguardose, contenute nella lettera di risposta del comandante Guglielmo Levante alla consigliera provinciale delle Pari opportunità, Anna Rita Guarracino, e costate al dirigente 4 giorni di sospensione dal lavoro.

Levante ha ricevuto il provvedimento disciplinare a seguito di un carteggio con la consigliera di Parità, relativo alla richiesta di un'agente di polizia municipale del comando di Lanciano di effettuare soltanto turni di mattina per conciliare la vita famigliare e lavorativa. La consigliera chiedeva di valutare positivamente la richiesta della dipendente (che aveva già presentato richiesta allo stesso Levante e che da anni chiedeva senza successo, in via informale, di essere agevolata sui turni per provvedere alla cura di due figli minorenni) dal momento che, scrive Guarracino, «il quadro normativo vigente mira proprio allo sviluppo della conciliazione tra lavoro e famiglia per evitare che il lavoratore, per adempiere ai doveri di genitore, debba trovarsi nella condizione di rinunciare alla propria occupazione, che, tra l’altro, come nel caso di specie, rappresenta l’unica fonte di reddito del nucleo familiare».
Ma Levante non può concedere l'agevolazione alla dipendente.

Nella risposta fa riferimento alle funzioni di vigilanza e di pubblica sicurezza di un agente che danno diritto a percepire «un’indennità di vigilanza e a beneficiare di una forma di contribuzione previdenziale integrativa che la distinguono dagli altri dipendenti comunali» e chiarisce di non voler fare disparità di trattamento con altri agenti citando i casi di altri dipendenti con figli, anche più piccoli di quelli della dipendente ai quali non potrebbe assicurare alcuna agevolazione. «La sua sollecitazione potrebbe avere un senso (altra frase considerata inappropriata dalla segreteria generale del Comune di Lanciano che ha comminato il provvedimento disciplinare) - scrive alla consigliera - se fosse obiettivamente dimostrato che l’attuale organizzazione della polizia municipale avesse ingenerato privilegi di un genitore particolare in danno di altri. Ma così non è perché ho inteso rimuovere ogni minimo rischio di insorgenza di cause di discriminazione ben prima che un solerte e sensibile consigliere di Parità potesse intervenire».

Per gli avvocati Antonio Fattore e Franco Sabatini che hanno presentato ricorso contro il provvedimento e chiesto l'annullamento, il linguaggio di Levante sarebbe «privo di rilievo disciplinare»: il comandante avrebbe esercitato il suo diritto di critica in difesa della propria posizione, anche utilizzando delle iperboli ed espressioni colorite e pungenti nel rispondere all'accusa, per lui infamante, di «aver tenuto comportamenti illeciti nei confronti della lavoratrice gerarchicamente dipendente», cosa che il comandante «non ha mai messo in pratica».