Gamberi uccisi dalla peste nell'oasi del torrente Verde: morti ventimila esemplari

Borrello, è stato un fungo a causare la strage nell’incubatoio del torrente Verde. Non ci sono rischi per l’uomo ma la Asl emetterà un protocollo per la profilassi

BORRELLO. Manca solo l’ufficialità da parte dell’Istituto zooprofilattico di Teramo ma non ci sono più dubbi che a causare la morìa dei gamberi di fiume nell’incubatoio delle cascate del Verde e nell’omonimo torrente sia stata la peste del gambero, malattia provocata da un fungo (afanomicosi) non pericolosa per l’uomo. I danni sono ingenti tanto che stime quantificano gli animali morti nel torrente in qualche decina di migliaia. La competenza è passata alla Asl che dovrà emettere un protocollo di profilassi per fare in modo che il caso del torrente Verde non diventi fonte di contaminazione per altri corsi d’acqua.

La malattia, è bene ripeterlo, non è dannosa per l’uomo. Il centro di riproduzione di Borrello è localizzato all’interno della Riserva naturale guidata regionale “Cascate del Verde” e del sito Sic “Abetina di Rosello e Cascate del Verde”, sulla sinistra idrografica del torrente Rio Verde (bacino del Sangro), a monte della cascata, a 760 metri. L’incubatoio della riserva fa parte del progetto “Crainat-Conservation and recovery of Austropotamobius pallipes in Italian Natura2000 sites”, finanziato nell’ambito del programma comunitario Life+2008. L’iniziativa ha come obiettivo la conservazione-incremento delle popolazioni di gambero autoctono. Nell’incubatoio dove avviene l’accoppiamento degli adulti tra ottobre e novembre (le uova schiudono a giugno e ai primi di novembre c’è la reintroduzione nel territorio) la peste ha determinato la morte di tutti gli animali adulti.

La morìa ha quindi causato un grave danno perché si è perso l’intero patrimonio dei riproduttori (circa 100 femmine) e tutte le migliaia di gamberetti attaccati ancora all’addome delle madri. Dell’argomento se n’è parlato ieri mattina nel forum “Gestione ittica e tutela della biodiversità fluviale” che si è svolto nella vetrina della Riserva naturale cascate del Verde a Borrello. I lavori sono stati coordinati da Tommaso Pagliani, del Centro di scienze ambientali Consorzio Mario Negri Sud e Project manager Crainat.

Durante gli interventi è emerso il danno rilevante: da alcuni dati ancora approssimativi (stime scientifiche saranno effettuate a fine estate) la popolazione morta si attesterebbe sull’80%. Normalmente in 60 metri del torrente Verde (lungo circa 8 chilometri) sono stimati circa 200 adulti. La speranza sono comunque quegli adulti che nel fiume hanno resistito alla peste, bisogna ripartire da loro per superare questo momento critico.

Matteo Del Nobile

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