Gazebo e campo da volley: denunciati 7 balneatori

I provvedimenti seguono le ordinanze di sgombero del litorale non rispettate Trovati anche manufatti in legno, impianti elettrici e servizi igienici

VASTO. Manufatti in legno, gazebo, pali, impianti elettrici, servizi igienici e perfino un campo da beach volley con tanto di pali e rete. Alcune strutture sono state rimosse a fine stagione balneare insieme agli ombrelloni e alle sdraio, altre sono rimaste sul litorale facendo scattare le ordinanze di sgombero e ripristino dello stato dei luoghi.

I provvedimenti, emessi dal Comune, fanno riferimento ai sopralluoghi compiuti dall’Ufficio circondariale marittimo (Circomare) che ha denunciato alla Procura sette balneatori per occupazione demaniale abusiva. Le strutture installate sul litorale, benché rimovibili, non sono autorizzate in quanto il tratto di spiaggia interessato - quello a sud del litorale - è caratterizzato dalla presenza di rarissime dune.

«La rimozione delle opere realizzate è indispensabile al fine di evitare danni ed interferenze al sistema dunale», spiegano in Comune, «si tratta, comunque, di strutture in contrasto con la concessione demaniale marittima». In pratica, in quella zona, è consentito solo installare ombrelloni e sdraio, a differenza della parte nord del litorale dove è possibile realizzare chioschi e bar.

Le ordinanze sono state notificate a titolari di campeggi ed alberghi. Alcuni di loro si sono spinti sulle dune retrostanti la concessione balneare posizionando pali in legno con fari per illuminare l’area, telecamere di videosorveglianza, cavi elettrici, condotte idriche. Emblematico il caso del titolare di un hotel che sull’area dunale (di proprietà del demanio) ha installato un bagno per disabili, una fontana per lavare i piedi, una doccia e perfino un campo da beach volley, ben visibile percorrendo la pista ciclabile di Vasto Marina.

Tutte opere non autorizzate che, oltre a prestare il fianco ad una serie di considerazioni, fanno tornare alla ribalta la necessità del piano spiaggia. È lo strumento di programmazione del litorale - di cui si parla da decenni - a dover pianificare quel tratto di litorale, stabilendo come e dove intervenire per contemplare le diverse e sacrosante esigenze.

«Gli operatori chiedono risposte», attacca Simone Lembo, direttore della Confesercenti, «la loro esigenza è garantire servizi minimi al turismo senza distruggere l’ambiente, visto che stiamo parlando di una zona ricompresa nell’area Sic (sito di interesse comunitario, ndc). Bisogna creare economia, in caso contrario quell’area rischia il degrado e l’abbandono. Questo non significa distruggere o manomettere, lo ripeto, ma programmare interventi compatibili con il rispetto dell’area dunale e dell’ambiente circostante. Come associazione di categoria abbiamo presentato delle osservazioni: chiediamo accessi e strutture leggere da rimuovere a fine stagione», conclude il responsabile dell’organizzazione che imputa alla Regione e al Comune l’attuale stallo.

L’amministrazione civica, dal canto suo, attribuisce i ritardi alle norme che si sono sovrapposte in questi anni e che hanno imposto apposite valutazioni ambientali.

Non la pensano così le minoranze consiliari, secondo le quali «il piano spiaggia ha dormito per troppo tempo in qualche cassetto del Comune».

Anna Bontempo

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