L’addio all’ex carabiniere travolto dall’amico in auto: «Grazie per ciò che eri»

foto di Federica Roselli
Nella chiesa di San Pietro i funerali di Gabriele Mastrangelo. Sulla bara il berretto dell’Arma e il fazzoletto tricolore dell’Associazione partigiani
LANCIANO. Il berretto da carabiniere e il fazzoletto tricolore dell'Anpi, poggiati sul feretro, accompagnano Gabriele Mastrangelo nel suo ultimo viaggio terreno. Cinque giorni dopo il tragico incidente che improvvisamente lo ha strappato all'affetto dei suoi cari, Lanciano dà l'ultimo saluto all'ex brigadiere e volontario Auser. Il picchetto d'onore dei carabinieri in congedo accoglie la bara di legno chiaro all'ingresso della chiesa di San Pietro apostolo, ai Cappuccini, quartiere dove Gabriele viveva con la sua famiglia. Ci sono anche gli amici dell'Anpi, l'Associazione nazionale partigiani d'Italia, che con l'81enne hanno trascorso gli ultimi momenti di vita la mattina del 25 aprile.
Una giornata che, in una manciata di secondi, è passata dalla gioia per le celebrazioni dell'80° anniversario della Liberazione al tragico momento in cui un'auto, per motivi ancora sconosciuti, è piombata a tutta velocità sui manifestanti che si spostavano a piedi lungo via Del Torrione. Mastrangelo è stato centrato in pieno, un terribile volo che non gli ha lasciato scampo. Alla guida della Lancia Musa fuori controllo, a rendere il tutto ancora più crudele, un suo caro amico, Umberto Miscia, 79 anni, ex sindacalista Uil e componente del direttivo Auser, che pochi minuti prima era con Gabriele alla cerimonia dell'Anpi. Miscia, tuttora ricoverato in ospedale, è indagato per omicidio stradale e non si dà pace. Non ricorda niente dei momenti precedenti l'impatto.
Un malore o un guasto meccanico sono le ipotesi all'origine della tragedia. Saranno le indagini della polizia stradale, coordinata dalla Procura di Lanciano, a fare chiarezza. La foto di Gabriele in divisa campeggia sul feretro, accanto il berretto indossato per lunghi anni nelle caserme del territorio, da Villa Santa Maria ad Atessa a Lanciano. «È stato sempre una persona responsabile sul posto di lavoro», dice un commosso Alessandro Cinalli, consigliere della sezione “Campitelli” dell'Associazione nazionale carabinieri di Lanciano, «ha aperto la porta per una vita a noi, in caserma, e si preoccupava che al nostro rientro era andato tutto bene. Grazie Gabriele, per il tuo insegnamento e per quello che hai dato a tutti i colleghi».
Ci sono anche le sezioni di Atessa e Ortona e il comandante della compagnia di Lanciano, maggiore Fabio Vittorini. Il fazzoletto tricolore poggiato sul feretro è come fosse ancora sulle spalle solide di Gabriele. Lo hanno messo gli amici dell'Anpi, presente con la presidente della sezione “Trentino La Barba” di Lanciano, Maria Saveria Borrelli, e il segretario della sezione di Vasto, Maurizio Cieri. In mezzo a tanta gente commossa, c'è anche il sindaco Filippo Paolini. «Gabriele era un uomo gentile, responsabile, che ha amato la sua professione», dice padre Pius nell'omelia, «la sua famiglia era per lui un tesoro e gli ha dato tutta la sua anima, il suo amore. La comunità tutta si stringe alla moglie Fernanda, alla figlie Emilia e Marianna e a tutti i suoi cari».
@RIPRODUZIONE RISERVATA