I ladri fuggono con la cassaforte in spalla 

In due svaligiano l’appartamento di un libraio: portati via argenteria e preziosi per un valore di circa 20mila euro

LANCIANO. Sono usciti dall’appartamento e dal palazzo con la cassaforte in spalla. Dentro oggetti d’oro del valore di almeno 20mila euro, ma soprattutto ricordi di una vita dal valore inestimabile. È il furto messo a segno a casa di Giorgio Ranalli, proprietario di una storica libreria in centro, al terzo piano di un palazzo in via Eraldo Miscia, dietro le Poste di via Rosato. Il colpo è avvenuto tra le 13 e le 14,30 di mercoledì. «Quando sono rientrato ho trovato la casa devastata», racconta Ranalli, occhi lucidi e voce rotta da amarezza e tristezza, «a chiamarmi è stata una vicina di casa che ha visto uscire due persone, due “facce strane” dal mio appartamento, con un oggetto sulle spalle. Era la cassaforte. Persone che hanno seguito i miei spostamenti e che sapevano che a pranzo non sarei stato in casa». I ladri, come ricostruito dai carabinieri di Lanciano che indagano sul furto, sono entrati dalla porta principale, blindata, con una chiave bulgara, una sorta di passepartout, quasi infallibile con serrature a doppia mandata. «Sono entrati senza problemi», dice Ranalli, «e hanno iniziato a rovistare ovunque. Hanno messo a soqquadro tutte le stanze. Dalla cucina alla sala, passando per le camere da letto e lo studio. Cassetti e armadi aperti, il contenuto buttato a terra. In sala hanno preso l’argenteria, poi hanno trovato la cassaforte». Era murata, dietro un quadro nella stanza del figlio. Adesso resta uno squarcio nel muro, calcinacci e polvere a terra.
«Hanno usato un martello», spiega il libraio, «e anche qualche arnese elettrico perché l’hanno attaccato alla presa ed è scattata la corrente. I rumori sono riusciti ad attutirli mettendo a terra vestiti e biancheria. Poi hanno avvolto la cassaforte in un copridivano e sono usciti. Prima hanno controllato che non ci fosse nessuno per le scale perché l’occhio magico era aperto e io lo lascio chiuso. Sono fuggiti a bordo di un’auto che li attendeva in strada». A notarli una condomina che ha chiamato Ranalli. Con la cassaforte sono spariti oggetti d’oro e ricordi di quattro generazioni. Collanine, bracciali, ciondoli legati a battesimi, matrimoni, compleanni, lauree, a sorrisi e storie di vita felici. C’erano anche lettere “storiche”, non soldi. I ladri hanno portato via anche una macchina fotografica professionale. Il bottino ammonterebbe a circa 20mila euro. «È il quarto furto che subisco, il terzo in questa casa», dice rassegnato Ranalli, «l’ultima volta anni fa al funerale di mio padre. Io ero al cimitero. Ora non ho più niente. Quando entrano in casa, ti rovistano nei cassetti, ti senti violato».
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