I medici di famiglia alla Asl: non facciamo troppe ricette 

I camici bianchi contestano i tagli da 10 milioni sulla spesa farmaceutica Petrucci: nei paesi con tanti anziani e pochi giovani è normale spendere di più

CHIETI. I medici di famiglia contro il piano dei tagli della Asl: una «dichiarazione di protesta» dei medici dà il via allo scontro sulle ricette delle medicine. Nel 2020, la Asl, pressata dalla Regione, dovrà recuperare 15 milioni di perdite: meno 10 milioni per la spesa dei farmaci e meno 5 milioni per l’acquisto di dispositivi. Questi sono i grandi numeri alla base del piano strategico presentato dal direttore generale Thomas Schael al collegio di direzione lo scorso 10 gennaio. In quella sede, Schael ha annunciato controlli sui medici che prescrivono troppi farmaci: «È stata fatta una analisi della spesa per paesi e città», ha detto il manager Asl, «ed è emersa una stratificazione che li distingue in base alla spesa netta pro capite e allo scostamento dal dato nazionale. Su quelli “fuori legge” si concentrerà l’attenzione della direzione aziendale». Quei numeri e la parola “fuori legge” innescano la reazione dei medici con una «dichiarazione di protesta»: «Valutiamo in modo estremamente negativo le esternazioni di Schael che ha definito come “fuori legge” quei colleghi di medicina generale che operano nei comuni in cui la spesa farmaceutica è al di sopra della media nazionale», dice Mauro Petrucci, segretario provinciale del sindacato Fimmg. Petrucci prosegue: «È vero che ci sono dei comuni in cui la spesa media pro capite per abitante è aumentata, ma è altrettanto vero che nella quasi totalità la popolazione è prevalentemente anziana, fragile e con una bassissima presenza di giovani sani. Altrettanto vero è che la spesa farmaceutica convenzionata totale di tutta la Asl nel 2019 è diminuita rispetto al 2018 in linea con i dati previsti, questo a significare che un’attenzione a questa voce di spesa da parte dei medici di famiglia c’è stata».
La Fimmg chiede un incontro con Schael: «Siamo stati noi, fin dalla sua nomina, a sollecitare un incontro nel quale abbiamo dichiarato tutta la nostra disponibilità a una fattiva collaborazione finalizzata a superare tutte le difficoltà e le criticità della nostra azienda sanitaria. Tutto questo nell’interesse della qualità dell’assistenza da erogare ai nostri pazienti. Abbiamo consegnato un documento in cui si esaminava la situazione individuando anche le possibili soluzioni, soprattutto per far fronte alle difficoltà delle aree interne dove la popolazione assistita risulta essere nella quasi totalità anziana e fragile. Abbiamo ricordato che la chiusura di alcuni presidi ospedalieri senza la contemporanea riqualificazione e riprogettazione dell’assistenza territoriale sta creando molti problemi. Troppe competenze che erano in capo agli ospedali sono state riversate nel territorio andando ad incrementare il lavoro dei medici di famiglia».
La Fimmg ribadisce come «fondamentali» l’accoglimento delle richieste: «Chiediamo di costituire nuove forme di associazionismo tra medici (uccp, ncp, microteam) e reintegrare i pensionati in quelle esistenti allo scopo proprio di poter migliorare l’assistenza». I medici vogliono vedere i bilanci della Asl: «È importante», dice Petrucci, «poter prendere visione, come più volte da noi richiesto, del bilancio analitico della medicina convenzionata per averne contezza, verificandone le spese ed i margini reali per investimenti utili ad una ripianificazione e riammodernamento della medicina territoriale in linea con le nuove esigenze e tecnologie disponibili». (p.l.)