I sindacati: Punta Penna diventi “area di crisi”

Codagnone (Cgil): bisogna trovare risorse per ricominciare a produrre Biscotti (Cisl): c’è crisi di liquidità, occorre far ripartire il sistema creditizio

VASTO. Trenta aziende perse negli ultimi due anni e molte altre in affanno per crisi di liquidità. Il settore industriale annaspa. «Bisogna riaprire il sistema creditizio», affermano i sindacati. Su una ottantina di aziende iscritte all’Associazione industriali del Vastese molte quest’anno anticipano le ferie estive al 28 luglio. Al rientro è probabile che molti lavoratori vengano messi in cassa integrazione o mobilità. Fatta eccezione per l’indotto Sevel e Denso, il panorama occupazione delle piccole aziende visto in prospettiva non è per nulla roseo. I sindacati invocano un colpo di reni dalla politica. Servono scelte mirate e urgenti.

Ieri a margine dell’incontro avuto in Regione per discutere della vertenza Sider Vasto, i sindacati hanno chiesto un aiuto per Punta Penna. «Abbiamo chiesto che l’area industriale di Punta Penna alla luce di quanto sta accadendo venga dichiarata “area di crisi”, non solo a parole ma trovando risorse per ricominciare a produrre», conferma Mario Codagnone, segretario generale provinciale della Cgil.

I numeri confermano la criticità del momento. Sono almeno una ventina le aziende che stanno attraversando una fase estremamente delicata. «Settembre è sempre stato un mese storicamente critico. Quest’anno la situazione è ancora più delicata perché c’è una grande crisi di liquidità. Molte aziende sono andate in crisi perché non hanno riscosso quanto era loro dovuto. È assolutamente necessario riaprire il sistema creditizio», afferma Primiano Biscotti, segretario provinciale Cisl.

L'indotto Sevel vive un momento positivo. Denso ha investito e si appresta a raccogliere i frutti. A novembre alla Denso scade la solidarietà e probabilmente non sarà necessario rinnovarla. L’industria giapponese chiude per ferie per tre settimane dal 4 agosto. Così pure Pilkington che ha un quadro stabile della situazione.

In Val Sinello e a Punta Penna ci sono, invece, situazioni molto critiche e la riconversione non arriva. Golden Lady aspetta e così pure il Pantalonificio d’Abruzzo. La Valteck resta chiusa e la Sider Vasto cerca disperatamente nuove soluzioni. «Dobbiamo tutti impegnarci per salvare il salvabile per evitare la chiusura di tante attività», insistono i sindacati.

Un sintomo preoccupante è la difficoltà di molte aziende a pagare con regolarità i dipendenti. Cgil, Cisl e Uil tornano a chiedere ai responsabili istituzionali di adoperarsi per una migliore gestione della cosa pubblica, senza perdere di vista il porto di Punta Penna che potrebbe rivelarsi la panacea. «La serietà e operosità dei lavoratori non basta più. Servono servizi, incentivi e liquidi», è la richiesta dei sindacati.

Paola Calvano

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