Il Covid ferma anche la Squilla in piazza 

Il rito degli auguri natalizi tanto caro ai lancianesi, il vescovo: vietati gli assembramenti, no a strette di mano e abbracci

LANCIANO. Fiaccole spente e nessuna processione fino all’Iconicella; i rintocchi della Squilla in una piazza semivuota con le strette di mano e gli abbracci di auguri vietati. Il Covid non cancella soltanto le vite ma anche le tradizioni. A Lanciano è stato così per la settimana santa (nonostante l’uscita imprevista del Cireneo); per il Settembre lancianese senza fuochi e Mastrogiurato; per l’estate musicale frentana, orfana di concerti e lezioni. E sarà così per la Squilla: una delle tradizioni più care ai lancianesi, che rendono la città unica, rischia di essere ridimensionata dalle norme anti Covid. Sia la Curia che il Comune stanno cercando di mantenere viva in parte questa tradizione. «Per il Natale attendiamo le indicazioni della Cei e del Consiglio episcopale permanente che continuano a monitorare la situazione epidemiologica e a confrontarsi anche col governo sulle modalità per celebrare i riti natalizi in sicurezza e nel pieno rispetto delle norme», dice l’arcivescovo di Lanciano-Ortona Emidio Cipollone. «Per quanto riguarda alcune tradizioni lancianesi sicuramente posso dire che il 7 dicembre, vigilia dell’Immacolata, ci sarà il rito dell’incoronazione della statua della Madonna del Ponte da parte dei vigili del fuoco di Lanciano sul tetto della Cattedrale. Ci sarà un momento di preghiera ma di certo non ci sarà la fiaccolata. Per la Squilla, invece, assieme al sindaco Mario Pupillo stiamo cercando una soluzione per farla vivere, senza assembramenti e nel rispetto delle norme anti Covid. Ad esempio gli assembramenti che si creano in piazza prima della processione e dopo per gli auguri non ci dovranno essere. Bandite poi strette di mano e abbracci al suono della Squilla. Ma alcuni segni resteranno». Quali? Ad esempio la preghiera in Cattedrale o il messaggio di auguri del vescovo in piazza. Oppure potrebbe esserci una postazione anche davanti la chiesa di Maria Santissima dell’Iconicella. Non ci sarà la processione che dalla Cattedrale arriva all’Iconicella e ritorno, che ricorda il cammino fatto da Maria e Giuseppe da Nazareth a Betlemme. Un pellegrinaggio voluto nel 1589 dall’arcivescovo Paolo Tasso come esigenza spirituale, penitenziaria, di riflessione in attesa dell’arrivo di Gesù bambino. Le fiaccole resteranno spente. Altra certezza riguarda la Squilla: la “vucetta fine” della campanella in cima alla Torre civica che suona tutti i giorni alle 8, ma la sera del 23 acquista una forza speciale ci sarà. I suoi rintocchi dalle 18 alle 19 che sanno di pace, amore, concordia, sanno di casa, tradizione e Natale riecheggeranno, probabilmente in una piazza semivuota. «L’apertura della piazza e la processione non dipendono dal colore della regione», chiude il vescovo, «non ci possono essere perché sono vietati gli assembramenti. Ma in settimana con il sindaco, cercheremo soluzioni che dovranno essere rispettate». Per evitare che accada come a Pasqua, con l’uscita del Cireneo che creò commozione e polemiche. (cr. la.)