Il forno crematorio spacca il borgo del vino

27 Giugno 2014

Il caso a San Martino sulla Marrucina: la minoranza contesta l’impianto che nascerà al cimitero

SAN MARTINO SULLA MARRUCINA. Forni crematori al cimitero del premiato “Borgo di vino” caro al vignaiolo Gianni Masciarelli? Se ne discute in consiglio comunale in un botta e risposta che va dalla concezione cristiana allergica alla cremazione fino alle riflessioni sull’impatto ambientale dei forni. Passando per i canonici dubbi sulla convenienza economica dell’iniziativa e la credibilità della società che ha proposto il progetto, ora denominata “Teate costruzioni srl”, ora più propriamente “Teate cremazioni srl”. A peso morto, è il caso di dirlo, contro l’ipotesi di un polo martinese della cremazione si è lanciata l’opposizione capitanata da Mauro Di Federico. Dopo aver ricordato che l’Abruzzo è circondato da impianti di cremazione, il più vicino a San Benedetto del Tronto, e che Pescara e Lanciano stanno provvedendo a nuovi impianti, l’ex vicesindaco fa notare che «nella cremazione di una salma vengono diffusi nell’atmosfera circa 200 chili di anidride carbonica, pari alle emissioni di un’automobile lungo un percorso di 400 chilometri. La stima non è nostra, ma del Sole 24 Ore».

A sconsigliare un impianto per la trasformazione del caro estinto in ceneri è anche la ridotta superficie annessa al piccolo borgo, appena mille residenti. «Abbiamo la frana di Villa Grande a est, territorio sottratto allo sviluppo», spiega Di Federico, «a nord-est ci sarà l’impianto di estrazione, immagazzinamento e immissione di gas nella rete, con processi di trasformazione che una volta autorizzati comporteranno emissioni da aggiungersi a quelle delle attività industriali a ovest, che in trent’anni hanno pure inciso sulla qualità della nostra aria».

Già nelle prime fasi della singolare vicenda, l’opposizione propose con Sergio Colasante un emendamento. In pochi punti, c’era anche la richiesta di una percentuale a favore del Comune per ogni cremazione effettuata e sconti per i residenti che avessero scelto di farsi ridurre in cenere. «È facile prevedere dove finirebbe il prestigio di San Martino sulla Marrucina conquistato in anni di politiche per la valorizzazione del paesaggio in chiave di risorsa agricola e turistica d’eccellenza, consacrata nel riconoscimento di Venezia per il miglior piano regolatore delle Città del vino».

Francesco Blasi

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