Il giudice: il Cda della Sasi è illegittimo

Acqua, no all’iscrizione nel registro delle imprese. Di Stefano: «È paralisi». Scutti: «Andiamo avanti»

LANCIANO. «Il Cda Sasi è illegittimo. A stabilirlo ora c’è anche la decisione del giudice delle imprese che ha respinto il ricorso della Sasi che chiedeva l’iscrizione al registro delle imprese del consiglio di amministrazione. Ora c’è la paralisi della società». Sono le parole del deputato Fabrizio Di Stefano (Fi) in merito all’ennesimo capitolo della vicenda della nomina del consiglio di amministrazione della Sasi.

Il Cda, nominato il 7 ottobre scorso dall’assemblea dei sindaci, prevedeva Domenico Scutti come presidente, poi Brunella Tarantini, del centrosinistra, e Patrizio D’Ercole, del centrodestra, come consiglieri. Ma, per i sindaci di centrodestra, Scutti ha estromesso D’Ercole dal Cda in quanto ineleggibile e nominato il secondo eletto del Pdl, cioè Antonio Remossi. Quest’ultimo pare abbia rifiutato così Scutti ha nominato Vincenzo Marcello, anche lui del centrosinistra. Decisione che i sindaci Pdl hanno contrastato a suon di ricorsi.

«Ora i sindaci del Pd che hanno eletto Scutti, devono spiegarci come intendono uscire dallo stato di impasse», attacca Di Stefano, «perché di fatto si è sancita la paralisi visto che la Sasi è fuori dal registro delle imprese e, pertanto, il suo presunto Cda non è legittimato a prendere decisioni e ad assumere atti gestionali che lo competono. Va azzerato».

Diverso il parere di Scutti. «Sarà il collegio del tribunale di Chieti a stabilire se la spending review, che implica l’ineleggibilità di uno dei candidati nominati in sede di assemblea (D’Ercole, ndc) debba o meno essere applicata in questo caso», dice Scutti, «intanto l’attività della Sasi procede con lo stesso impegno e il rispetto delle leggi come sempre. Continuiamo a subire attacchi ingiustificati dalla politica che non dovrebbe entrare nella gestione delle società che ha raggiunto grandi risultati».

«La paralisi di cui parla il deputato Di Stefano è sicuramente un suo auspicio ma non corrisponde alla realtà», risponde Camillo Di Giuseppe, sindaco Pd di Altino. «I conti parlano chiaro rispetto a chi si occupa in modo corretto della cosa pubblica. I danni riguardano altre società e non la Sasi che il governo regionale di centrodestra indica come la migliore società di gestione. Di Stefano non mi risulta sia un sindaco di uno dei Comuni-soci né che c'entri qualcosa con la Sasi. Di Stefano lasci ai sindaci la gestione della Sasi e si occupi dei problemi dei suoi amici del centrodestra regionale».(t.d.r.)

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