L’ex centro ricerche ai mutilati e invalidi 

Il Negri Sud all’Amil L’aggiudicazione per dieci milioni 

SANTA MARIA IMBARO. Una ferita che si rimargina, ma anche un punto interrogativo per il futuro del territorio. È la Amil-Lazio, Associazione mutilati e invalidi del lavoro orfani e vedove, il cui...

SANTA MARIA IMBARO. Una ferita che si rimargina, ma anche un punto interrogativo per il futuro del territorio. È la Amil-Lazio, Associazione mutilati e invalidi del lavoro orfani e vedove, il cui rappresentante legale è Pasquale Moresco, ad essersi aggiudicata l’offerta per l’acquisto del complesso del Mario Negri Sud che ha ospitato per 35 anni il prestigioso centro di ricerca scientifica e farmacologica, chiuso per fallimento. La base d’asta partiva da 10.729.260,00 euro per un unico lotto di vendita su un’area di 55mila metri quadrati (di cui coperti sono 7mila) dove sono dislocati una mensa, 42 appartamenti della foresteria dell’ex fondazione scientifica. L’aggiudicazione è stata fatta sull’offerta di 10.732.000 euro. La Amil-Lazio «accoglie e unisce i mutilati del lavoro per la prioritaria difesa della natura e gestione pubblica dell’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali», ma al suo interno ha anche un osservatorio e centro studi «con carattere di indipendenza dall’associazione», sulle disabilità e disagio sociale. A sostenere l’acquisto del complesso immobiliare della Provincia, è stato un fondo etico anglo americano con sede in Svizzera che ha effettuato l’investimento per conto dell’Amil-Lazio.
«Andremo avanti con la procedura di aggiudicazione e poi faremo il rogito notarile», commenta a caldo il presidente della Provincia, Mario Pupillo, «nelle prossime settimane cercheremo di capire cosa intende fare l’associazione con il complesso del Negri Sud. Data le destinazione d’uso a scopo di ricerca scientifica, mi auguro che si apra un dialogo con enti e istituti universitari del territorio».
Al momento non è ancora chiaro se l’uso della struttura potrà essere di tipo scientifico o sanitario, o ricettivo, come ad esempio si fa con le rsa regionali. «Si chiude una ferita sanguinante», ha aggiunto Pupillo, «che ha visto la perdita di un’eccellenza mondiale per la ricerca scientifica. Speriamo che possa aprirsi una concreta opportunità per il territorio».
Nel caso in cui l’offerta dovesse essere ritirata, la penale è di 100mila euro, soldi che andrebbero comunque nelle casse della Provincia. (d.d.l.)
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