Il parco Aqualand riduce il debito sui canoni di affitto

VASTO. Si è ridotto il debito della società che gestisce il parco acquatico dell’Incoronata. Dopo il baillame scatenato dalla interpellanza del consigliere comunale Nicola Del Prete, che aveva...

VASTO. Si è ridotto il debito della società che gestisce il parco acquatico dell’Incoronata.

Dopo il baillame scatenato dalla interpellanza del consigliere comunale Nicola Del Prete, che aveva segnalato il mancato pagamento dei canoni annuali per oltre 250mila euro annunciando un esposto alla Corte dei conti, i responsabili della struttura hanno versato 130mila euro nelle casse del Comune che è proprietario di Aqualand.

La notizia sarebbe passata sotto silenzio se l’assessore comunale con delega al Patrimonio, Nicola Tiberio, non avesse risposto in aula ai quesiti del consigliere comunale di minoranza.

«Ho presentato l’interpellanza il 4 novembre, a distanza di una settimana la società che gestisce Aqualand ha versato 130mila euro», fa sapere Del Prete, «evidentemente il rumore mediatico ha sortito il suo effetto. In ogni caso l’amministrazione comunale non ha risposto in maniera completa ai miei quesiti, sorvolando sul contenzioso che la società ha nei confronti della Sasi, la società che gestisce il servizio idrico integrato, per diverse decine di migliaia di euro, sulla Tarsu e sulla vicenda del campo sportivo che il gestore avrebbe dovuto realizzare».

Un risultato, comunque, c’è stato e non è certo da trascurare.

Del Prete aveva segnalato i pagamenti inevasi, sostenendo che la società di gestione, che fa capo all’ingegnere Luciano De Nardellis, risultava debitrice nei confronti del Comune di oltre 250mila euro. Da qui la provocazione dell’ex vicesindaco che aveva suggerito la vendita e ventilato il ricorso alla magistratura contabile.

«Se la filosofia è quella di vendere le strutture pubbliche che non producono utili, come ad esempio la farmacia comunale inserita tra i beni che la giunta comunale vuole alienare, è bene che l’amministrazione provveda alla vendita anche di Aqualand che potrebbe fruttare alle casse comunali diversi milioni di euro», era stata la proposta lanciata dal consigliere, che, conti alla mano, aveva rivelato il mancato rispetto della convenzione da parte del gestore, fermo al 2010 nei pagamenti dei canoni annuali dovuti. (a.b.)

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