Fissato l'interrogatorio in Tribunale per l'impiegato arrestato

CHIETI / SOLDI SPARITI ALLE POSTE

Impiegato arrestato, l’inchiesta si allarga 

Dopo il caso dei due pensionati derubati, si sospettano altre vittime. E l’azienda sospende il presunto dipendente infedele

CHIETI. Si allarga l’inchiesta sull’impiegato di Poste italiane arrestato con l’accusa di peculato per i soldi spariti dal conto di due anziani clienti dell’ufficio di Brecciarola. I carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Chieti, diretti dalla tenente Maria Di Lena, puntano a scoprire se ci siano altri pensionati derubati.

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Il gip Luca De Ninis, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare su richiesta del sostituto procuratore Giuseppe Falasca, ha infatti sottolineato che dalle parole della direttrice della filiale si evince la possibilità che si siano verificati episodi analoghi. Da lunedì pomeriggio l’indagato, Andrea Del Rossi, pescarese di 41 anni, si trova ai domiciliari nella sua casa di Pianella: difeso dall’avvocato Enrico Raimondi, verrà interrogato venerdì mattina in tribunale e potrà fornire la sua versione dei fatti. Nel frattempo, Poste ha deciso di sospendere in via cautelativa il presunto dipendente infedele. La procura potrebbe chiedere il sequestro preventivo delle disponibilità dell’indagato per l’eventuale confisca. Al momento il 41enne è accusato di essersi appropriato di 5.785 euro che appartenevano a due fratelli pensionati di 79 e 77 anni. In estrema sintesi: il cassiere, nel periodo compreso tra giugno e ottobre del 2019, si sarebbe impossessato del denaro facendo prelievi superiori a quelli richiesti dagli utenti e trattenendo per sé la differenza.
A innescare l’inchiesta è stata la segnalazione della direttrice dell’ufficio postale, insospettita da alcune lamentele. Sospetti che sono aumentati dopo una sorta di controllo a campione. La direttrice, infatti, ha bloccato un cliente che aveva appena ritirato 1.050 euro, ma dal libretto è emerso un prelievo di 2.335 euro, ovvero l’intera pensione accredita quel mese, maggiore rispetto all’importo consueto per la presenza di alcuni rimborsi di cui l’anziano non era a conoscenza. Dai successivi accertamenti è venuto fuori un altro prelievo anomalo: qualche giorno dopo, l’anziano aveva preso i “soliti” 1.050 euro ma la somma ritirata risultava di 2mila euro. Poi ha presentato denuncia anche il fratello della prima vittima. Alcuni clienti anziani, avendo scarsa dimestichezza con il Postamat, preferiscono consegnare la tessera all’operatore di sportello, al quale forniscono anche il codice pin, per ricevere i contanti dalle sue mani. Ed è esattamente quello che ha fatto il 79enne. I carabinieri hanno scoperto che, in un primo momento, l’indagato consegnava il denaro all’utente e stampava la ricevuta dove appariva l’importo richiesto. Prima di chiudere l’operazione, però, il cassiere prelevava un’ulteriore somma dal conto, senza che il cliente se ne accorgesse nell’immediato. Sono così emersi prelievi «occulti» per altri 3.550 euro.

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