La sede dei vigili urbani tra zecche e perdite d'acqua

LANCIANO. Non è un posto adatto né per i vigili né per il pubblico la sede della polizia municipale di via Dei Frentani. Ventotto anni lì dentro si sentono tutti: piove tra faldoni e scrivanie, bisogna cambiarsi dietro gli armadi, non ci sono camere di sicurezza e sale d'archivio.

«Lavorare a contatto con il pubblico in questi uffici è imbarazzante», ha dichiarato il comandante della polizia municipale, Guglielmo Levante. E basta dare un'occhiata agli uffici per rendersi conto della situazione.  Ci sono postazioni ricavate alla meglio addosso ai termosifoni, una di schiena all'altra, senza spazio né privacy. Il corridoio, stretto e angusto e con vistose tracce d'umidità sul soffitto, è utilizzato come deposito della merce sequestrata e parcheggio di fortuna del motorino comunale. 

Quando piove bisogna correre ai ripari per salvare le scatole dei faldoni. L'acqua scende dal foro di una plafoniera che è stata spostata dal soffitto ad una parete, per evitare sbalzi di corrente.  «E per fortuna che siamo sottodimensionati altrimenti non sapremmo dove mettere gli agenti nuovi», ironizza qualcuno. Eppure qui arrivano utenti che fanno o ricevono denunce, persone tratte in arresto, cittadini che hanno bisogno d'informazioni. Senza contare gli agenti. 

Un via vai di vigili in entrata e in uscita che devono fare a turno per interrogare qualcuno, cambiarsi d'abito, lavorare su questioni delicate di polizia giudiziaria ed edilizia, informatizzare le contravvenzioni, rispondere al telefono, fare front office.  Il tutto in stanzette umide, poco illuminate, anguste e piene di ogni genere di materiale, comprese le zecche, che arrivano da sotto una porta che si affaccia su un vicolo cieco lasciato in completo abbandono. Ultimamente era stata chiesta la disinfestazione dell'edificio, ma finora non è stata ancora effettuata.

I bagni, senza il servizio per i portatori di handicap, mancano di finestra e di illuminazione. E non va meglio per i mezzi, due Fiat Punto di undici anni e 170mila chilometri.  «La gente si chiede perché parcheggiamo le auto in piazza Plebiscito», sottolinea il comandante, «è per risparmiare tempo per gli interventi perché l'autoparco di Re Di Coppe è troppo distante dalla sede».

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