La volontaria ortonese a Gaza, missione umanitaria compiuta

Claudia D’Intino ce l’ha fatta: insieme con i quattro compagni della carovana di Music for peace la giovane ortonese è entrata a Gaza

ORTONA. Claudia D’Intino ce l’ha fatta: nel primo pomeriggio di ieri insieme con i quattro compagni della carovana di Music for peace la giovane ortonese è entrata a Gaza, obiettivo finale di una missione partita 36 giorni fa. Settimane fatte di un mese di blocco ad Alessandria d’Egitto, di un alt alla frontiera, con 120 tonnellate di aiuti umanitari più un’ambulanza e un’auto medica (che purtroppo è rimasta ad Alessandria). La conferma ufficiale arriva da Ortona, dove papà Osvaldo ha seguito la missione passo per passo.

«Alle 14.20», racconta emozionato, «Claudia mi ha mandato un messaggio: “Stiamo entrando a Gaza. La soddisfazione è tanta, finalmente sono arrivati e hanno fatto quel che diceva don Gallo: sperare oltre l’impossibile».

Poi sulla pagina ufficiale dell’associazione su Facebook un messaggio chiarissimo: «1 + 5: tutti e 6 a Gaza!». L’uno è Vittorio Arrigoni, il reporter assassinato a Gaza nell’aprile di due anni fa, spesso nominato come ispirazione dai cinque volontari della onlus genovese nei quotidiani diari di bordo. E anche pensando ad Arrigoni i cinque di Music for Peace (oltre a Claudia ci sono il presidente Stefano Rebora, Valentina Gallo Afflitto, Alvaro Daniel Gando Saenz e Sandra Vernocchi) non hanno mai perso le speranze di aiutare il popolo palestinese, nonostante le ambasciate consigliassero di lasciare l’Egitto sempre più pericoloso dopo la caduta del presidente Morsi. Lunedì scorso la svolta: dopo un mese d’attesa arriva l’autorizzazione a lasciare Alessandria e si attraversa il deserto fino a El Arish, teatro di scontri e possibili attentati. La tensione è massima, al valico di Rafah non si passa, la missione è fallita. In pochi minuti, però, la situazione si capovolge e giovedì finalmente arriva l’ok delle autorità egiziane. «Hanno fatto quello per cui lavora Music for peace», spiega Osvaldo D’Intino, «aumentare la consapevolezza che Gaza è una prigione a cielo aperto, dove anche i popoli che dovrebbero essere vicini impediscono gli aiuti». La gioia è molta, i cinque consegneranno velocemente gli aiuti portati dall’Italia alle associazioni palestinesi con cui collaborano ed entro mercoledì torneranno nel capoluogo ligure. «La preoccupazione resta», continua il padre della coraggiosa 26enne, «ma ci sono stati momenti più difficili e la terra di Gaza è quasi la terra promessa».

Ad Ortona si aspetta con ansia di riabbracciare Claudia, che tornerà ad agosto, «ma l’ammirazione più grande va a Stefano (il presidente Rebora, ndc), che ha guidato la missione nonostante le notizie della madre gravemente malata a Genova». (f.r.)

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