Lanciano, Palazzo Novecento salvo: ospiterà gli uffici comunali

Il consiglio vota l’interesse pubblico dell’edificio e evita la demolizione. Pupillo: risparmieremo 85 mila euro di affitto

LANCIANO. Palazzo Novecento non sarà abbattuto ma destinato ad ospitare uffici pubblici. Il consiglio comunale, a maggioranza, ha approvato la «dichiarazione di prevalenti interessi pubblici», che ha salvato l'immobile dalla demolizione alla quale lo avevano condannato le sentenze di Tar e Consiglio di Stato. Un epilogo tuttavia amaro per Palazzo Novecento, che dopo aver ottenuto i permessi di costruire è stato riconosciuto abusivo dai giudici, poiché realizzato contravvenendo alle prescrizioni del Prg dell'epoca. La vicenda era iniziata negli anni '90, per finire qualche anno dopo nelle aule giudiziarie. Oggi nove delle dieci famiglie che abitavano nell'elegante palazzina di via De Titta hanno lasciato gli appartamenti. Un solo inquilino deve ancora restituire le chiavi al Comune, che nei mesi scorsi aveva emesso l'ordinanza di sfratto e proceduto ad acquisire l'immobile al patrimonio pubblico. Dopo le verifiche di staticità, l'ultimo passaggio necessario era quello di riconoscere la pubblica utilità del palazzo, una strada portata avanti dall'assessore all'urbanistica, Pasquale Sasso (Pd), e condivisa da giunta e gruppi di maggioranza. L'opposizione, invece, ha votato contro ricordando che, come stabilito dalle sentenze, l'immobile è illegittimo e lede il diritto del confinante, l'avvocato Pietro Salvatore, che ha dato il via ai ricorsi e potrebbe impugnare anche questa delibera.

«Dal punto di vista penale o della responsabilità contabile l'amministrazione non rischia niente», è stato il parere, in aula, dell'avvocato del Comune, Carlini, «la demolizione è la soluzione più naturale della vicenda, ma sarebbe una spesa abnorme per l'ente (350 mila euro, ndc)». L'operazione, inoltre, permettere di risparmiare circa 85 mila euro l'anno di affitto. Il piano del Comune prevede di trasferire a Palazzo Novecento gli assessorati alle politiche sociali e ambientali, il segretariato sociale, gli uffici patrimonio, mobilità e traffico, l'assessorato all'istruzione e l'archivio del V settore, (45 addetti). Al piano terra della palazzina è consentita l'attività di front office. «La certezza di uscire vittoriosi da un eventuale contenzioso col confinante non c'è, ma è l'unica possibilità e dobbiamo giocarcela», ha detto in aula il sindaco Mario Pupillo, «oltre al risparmio, eviteremo di chiedere ai proprietari degli appartamenti il rimborso delle spese di abbattimento». «É una vicenda dolorosa per i cittadini e pessima per la vecchia politica cittadina», commenta il capogruppo di Lanciano in comune, Alessandro Di Matteo, «questa amministrazione raggiunge un risultato concreto: lo stabile diventa patrimonio della città. Abbattere avrebbe significato un disastro. Votando contro l'opposizione ha dimostrato di voler far pagare 350 mila euro ai lancianesi». (s.so.)

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