Le famiglie fanno chiudere il De Titta

«I ragazzi lì non ci tornano», e la Provincia sbarra l’ex Eca.

LANCIANO. Le proteste dei genitori chiudono la sede staccata dell’istituto De Titta. L’edificio ex Eca (ente comunale assistenziale) di via Spaventa non ha riportato danni dal sisma, ma non ospiterà più le lezioni. La decisione è stata presa da Provincia e dirigenza scolastica. Gli studenti, oltre cento, da lunedì traslocano in altre scuole. Intanto da un nuovo sopralluogo è emerso che l’ospedale è a posto.

Prima una serie di controlli richiesti dalla presidenza, poi la decisione di chiudere l’edificio in accordo con la Provincia: gli studenti del De Titta non rimetteranno piede nella sede staccata di via Spaventa, quella vicino agli uffici della Asl. Nessun danno riconducibile al sisma che ha squassato L’Aquila è stato rilevato dai tecnici provinciali nella struttura, un’ex abitazione ad uso dell’Eca (ente comunale assistenziale) degli anni ’50. Ma nei giorni scorsi si erano diffuse voci di crepe e danni alle scale, che hanno scatenato preoccupazioni e proteste delle famiglie. Da qui la decisione di ascoltare le richieste dei genitori e chiudere la succursale.

«E’ una questione di prudenza e opportunità, anche se dai sopralluoghi non sono emersi danni», commenta il preside Nicola Di Tullio, «non è opportuno rientrare nella sede staccata, e così sarà fino alla fine dell’anno. A settembre, poi, si vedrà». Per l’istituto prosegue il progetto di ampliamento della Provincia, con nuove 15 aule. Ieri, alla riunione convocata dal sindaco con i dirigenti scolastici, era presente anche l’assessore provinciale Luciano Nelli.

L’ex Eca ospita sette classi del biennio delle Magistrali, oltre 100 gli studenti: da lunedì cinque classi saranno sistemate nell’istituto d’arte Palizzi e due troveranno posto nell’edificio centrale della scuola. Questo e l’altra succursale sono risultati a posto, così come le altre scuole cittadine dove lunedì si tornerà regolarmente a fare lezione. «Danni da sisma non ce ne sono», ribadisce il sindaco Filippo Paolini (Fi per il Pdl), «ora bisogna guardare al futuro: due mesi fa, in tempi non sospetti, abbiamo affidato alla ditta Labortec di Pescara l’incarico di verificare materiali e strutture della media Mazzini. Discorso che vorremmo continuare con altre sei-sette scuole della città, ma ogni volta sono 20mila euro. Al governo chiediamo un segnale serio: incarichi a ditte e ingegneri per i controlli e gli eventuali lavori per la messa in sicurezza vanno stralciati dal patto di stabilità».

Ospedale. Richiudere le lesioni e tinteggiare le pareti: sono questi i lavori che la Asl deve effettuare nelle stanze del reparto di cardiologia del Renzetti, chiuse per motivi di sicurezza in seguito all’allargarsi di alcune crepe dopo il terremoto. Il secondo sopralluogo effettuato da Filippo Manci, dirigente dell’ufficio tecnico aziendale, da Luigino Dezi e dall’ingegnere Alessandro Balducci della Seites, società che, su incarico della Regione, aveva già eseguito controlli antisismici nelle strutture sanitarie, ha accertato che le lesioni presenti nella stanza delle visite cardiologiche, la sala dell’ecocardiogramma, le stanze della caposala e dei medici erano preesistenti, e che sono state rese solo più evidenti dalla scossa del 6 aprile. La prossima settimana saranno effettuati i sopralluoghi anche negli altri ospedali della Asl, dove comunque non si registrano danni.