Lite con sparatoria: due feriti, uno è grave 

Discussione in centro città fra due gruppi di giovani, poi la resa dei conti. Preso a Fossacesia il presunto responsabile

LANCIANO. La lite tra due gruppi di giovani albanesi finisce in sparatoria. Sono circa le 20 di ieri quando, nella zona industriale di Lanciano, un 28enne viene raggiunto alla schiena da un colpo d’arma da fuoco e un 23enne preso a sprangate in testa. Due ore dopo i carabinieri fermano, a Fossacesia, quello che viene ritenuto il presunto responsabile dello sparo. Ma, nel momento in cui scriviamo, gli accertamenti sono in corso nel comando di via Del Verde e il riserbo è massimo tra gli investigatori agli ordini del maggiore Vincenzo Orlando.
La lite, come già successo a ottobre nell’aggressione al diciottenne Giuseppe Pio D’Astolfo, nasce per futili motivi, scatenati probabilmente da qualche bicchiere di troppo. Tutto parte in pieno centro, nelle vicinanze di un bar di corso Trento e Trieste. Qui iniziano gli screzi tra gli albanesi, due giovani di Lanciano e altrettanti del circondario. Si conoscono di vista, partono gli sfottò e anche qualche spintone. Ma la faccenda sembra chiusa lì. Invece successivamente una fazione convoca l’altra per un chiarimento. L’appuntamento è in una delle stradine nella zona industriale di Follani, quella senza sbocco tra l’ex stabilimento Allegrino e la Plastvetro. Qui c’è uno slargo, solitamente usato da chi vuole imparare a guidare per fare pratica.
All’appuntamento arrivano almeno in 7. Qualcuno, venuto per dare sostegno agli amici, resta in macchina. In strada si fronteggiano in 4 o 5. Uno del gruppo di fuori Lanciano mostra ai “rivali” la pistola da sotto la giacca. Spunta anche una spranga. L’altro gruppo, invece, pare disarmato e colto alla sprovvista. Si affrontano. Ad essere colpito alla testa da una spranga è E.S., 23 anni, di Lanciano. L’amico fa per scappare ma, mentre corre, viene raggiunto alla schiena da un colpo di pistola. Gli amici soccorrono i feriti, mentre i rivali si danno alla fuga. Sul posto arrivano due ambulanze del 118. K.O., 28 anni, di Lanciano, viene trasportato all’ospedale di Pescara e sottoposto ad intervento chirurgico. Le sue condizioni sono gravi: il proiettile ha colpito la colonna vertebrale, rischia la paralisi. La prognosi è riservata. L’amico 23enne viene portato al Pronto soccorso del Renzetti.
All’arrivo dei carabinieri, supportati da una volante della polizia, nel piazzale restano in due, amici dei feriti. «Dopo il bar siamo andati a casa», racconta uno ai militari, «ma loro hanno chiamato: “Vieni sennò ti veniamo a massacrare di botte a casa”. Il nostro amico gli ha risposto: “Vedi che non è successo niente. La dobbiamo finire qua perché è stato un malinteso”. E lui: “O venite qua o vi veniamo a cercare uno a uno a casa”. E allora siamo venuti, per chiarire». «Non potevamo immaginare che quello veniva con la pistola», aggiunge l’altro. Anche il gruppo di Lanciano arriva all’appuntamento con i “rinforzi”. «Abbiamo accompagnato loro», dicono i due riferendosi ai feriti, «siamo venuti per parlare. Ma quello ha sparato al ragazzo mentre correva».
Sull’asfalto restano le chiazze di sangue, che i carabinieri coprono perché la pioggia non le cancelli. In mezzo alle erbacce viene ritrovato il bossolo sparato, utile per le verifiche. Alle 22 l’autoradio parte di corsa: il presunto sparatore è nella sua abitazione a Fossacesia e viene portato in caserma.
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