Lucchetti al Palacus di Chieti, il dg è indagato per abuso e minacce

Del Vecchio interrogato dopo la denuncia di Di Marco La pm Ponziani gli contesta anche la diffamazione

CHIETI. La “guerra dei lucchetti”, così la chiamano, finisce in procura. E Filippo Del Vecchio, direttore generale dell’Università D’Annunzio, si ritrova indagato. Le serrature cambiate a giugno al palazzetto dello sport del Campus, per sfrattare definitivamente il Cus di Mario Di Marco, gli costano un avviso di garanzia per abuso in atti d’ufficio, minacce, esercizio arbitrario delle proprie ragioni e diffamazione. Perché l’ipotesi di abuso? Per aver bloccato i fondi annuali del Miur al Cus. Fondi che oggi sfiorano i 290mila euro. Gli altri tre reati invece si riferiscono in modo specifico ai lucchetti applicati alle porte del Palacus e a frasi pronunciate in quel contesto. Torniamo a quel giorno molto movimento di giugno. Torniamo cioè a quando Del Vecchio sbarra le porte del palazzetto. Il dg tenta di riprendersi le chiavi del complesso sportivo di via dei Vestini.

«Verso le 12.30», denunciò Di Marco, «dipendenti dell’università D’Annunzio si sono recati al Palacus per provvedere alla sostituzione delle serrature». Ma il Cus alzò le barricate chiamando il 112. E l’arrivo dei carabinieri scoraggiò i dipendenti dal portare a termine l’operazione. Ma alle 16 del giorno campale si ripresentano «questa volta», sottolinea Di Marco sempre in denuncia, «accompagnati dal responsabile del servizio legale dell’Università, e provvedono ad applicare alle uscite catene con lucchetto, senza lasciare copia delle chiavi. In quel momento si svolgeva il Camp organizzato dal Cus con 25 bambini». Il rettore Carmine Di Ilio prese le difese del suo dg: «I figli dei nostri dipendenti volevano organizzare un campo estivo e avevano bisogno di quegli spazi che sono di proprietà dell’Ateneo e che noi provvediamo a manutenere. Cos’altro fare?», disse il rettore, «se avessimo potuto utilizzare quegli spazi non sarebbe accaduto nulla». Per il Magnifico il motivo ufficiale dei lucchetti era solo il no di Di Marco ai figli dei dipendenti dell’Ateneo. In realtà la storia parte da lontano. Rientra in quella politica di spending review massiccia, magari necessaria di questi tempi, che però ha svilito la D’Annunzio innescando un fiume di contenziosi. Povero chi li eredita.

Non cercate lapidi a ricordare che lì, a giugno, s’è combattuta la “guerra dei lucchetti”. Il Palacus non è la Bastiglia ma non è più tornato in mano a Di Marco, vittima della spending ma anche parte offesa nel procedimento penale innescato dalla sua denuncia che, il 24 settembre, ha visto Del Vecchio, insieme al suo difensore aquilano Stefano Rossi, davanti agli investigatori delegati dal pm Marika Ponziani.

Si è difeso, il dg, dando la sua spiegazione soprattutto su quei soldi, tanti soldi del Miur, mai arrivati nelle casse del Cus. Ma l’inchiesta non si ferma. E la notizia trapela dalle stanze dell’Università giusto alla vigilia del Senato accademico della resa dei conti, con un eccezionale tempismo che fa quasi pendant con la cacciata del prof Luigi Capasso dal Cda d’Ateneo prima del voto contro il dg. Ma sono singolari coincidenze accademiche.