Antonio Luciani, sindaco dimissionario, sul prato di piazza Sirena

FRANCAVILLA

Luciani si dimette: "Pronto a correre per la Regione"

Il sindaco ha 20 giorni per ripensarci, intanto con un messaggio su facebook annuncia la sua candidatura alla presidenza con toni critici verso i partiti tradizionali  

FRANCAVILLA AL MARE. Il sindaco di Francavilla al Mare, Antonio Luciani, pronto a correre per la presidenza della Regione alle prossime elezioni. Lo ha annunciato oggi su Facebook. Domani, 13 settembre, verranno protocollate le sue dimissioni poiché il 6 ottobre scade il termine per eliminare le cause di incompatibilità alla candidatura, tra le quali è prevista la carica di sindaco di città superiori a 5mila abitanti. Dimissioni che, a norma di legge, non sono efficaci e non hanno alcun effetto né sulla carica né sulla funzione finché non saranno decorsi 20 giorni dalla loro presentazione. «Continuerò a esercitare le mie funzioni h24 come ho sempre fatto e avrò tempo fino al 3 ottobre per decidere serenamente se ritirarle» scrive Luciani «questi 20 giorni saranno utili per capire se le numerose istanze che mi arrivano da ogni parte dell'Abruzzo, affinché mi candidi per la carica di presidente, non possano essere ricondotte su altre ipotesi. Istanze legate al merito delle questioni, dal turismo all'ambiente, dalla sanità ai trasporti, dall'agricoltura alle politiche sociali alle infrastrutture, per rendere grande il nostro Abruzzo. Non ho mai fatto mistero della mia aspirazione, né del mio stato d'animo»,  prosegue Luciani, «mi sentirei pronto, prontissimo ad affrontare questa sfida se non ci fosse la mia Francavilla a sussurrarmi di restare. Sono un po' sconcertato dalle discussioni di questi giorni, tutte incentrate sui nomi di questo o di quello schieramento e non affatto rivolte al merito e ai territori. La buona politica avrebbe dovuto rivolgersi all'ascolto, all'autocritica. Segnare una rottura con il passato, fare un bagno di umiltà e ripartire dalle persone, termine quest'ultimo tanto caro a uno dei padri costituenti, lo statista Aldo Moro. Già, perché sono le persone al centro dell'universo, non certo i simboli. Invece continuano i balletti romani, le scelte verticistiche, le spartizioni», scrive ancora Luciani. «Mi sento un corpo estraneo rispetto a queste dinamiche, che non accetto e non tollero, e come me tanti corregionali. Anche per questi motivi non escludo un possibile coinvolgimento, al di fuori dei partiti tradizionali, alcuni dei quali danno l'impressione di avere a cuore solo la loro conservazione o la loro crescita, a partire da quelli di governo».