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Marisi incalza Lapenna: «Insufficienti 37 telecamere»

VASTO. «La sicurezza è un diritto e credo che i vastesi abbiano il diritto di non vivere nella paura». Comincia così una nota indirizzata al sindaco Luciano Lapenna da Marco Di Michele Marisi,...

VASTO. «La sicurezza è un diritto e credo che i vastesi abbiano il diritto di non vivere nella paura». Comincia così una nota indirizzata al sindaco Luciano Lapenna da Marco Di Michele Marisi, responsabile di Giovani in movimento. Traendo spunto dall'appello lanciato dal procuratore capo, Francesco Prete, Marisi torna a chiedere l'attivazione della videosorveglianza.

«Le telecamere devono coprire il più possibile la città. Il nuovo progetto dell'amministrazione è passato da 81 dispositivi ( 24 telecamere e 57 rilevatori di targhe) a 37 impianti distribuiti in 13 punti. Per una città spalmata su 70 chilometri quadrati è insufficiente», afferma Marisi contestando anche i costi del nuovo progetto. «Non è vero che costa meno del precedente. La cifra è minore proprio perché gli impianti sono stati dimezzati», puntualizza il giovane esponente del centrodestra.

Videosorveglianza a parte, Marisi sollecita il sindaco a valutare l'opportunità di impiegare anche i volontari per la sicurezza e a sollecitare il governo ad adeguare l'organico delle forze dell'ordine. «Uno sparuto numero di uomini in divisa, nonostante l'impegno e la dedizione da tutti riconosciuti, non può proteggere Vasto e il suo comprensorio. Lo ha detto anche il procuratore Prete. Lapenna deve farsene una ragione, la città ha bisogno di aiuto. Occorre mettere in atto il protocollo denominato Mille occhi sulla città, firmato l'11 ottobre in prefettura», continua l'esponente di centrodestra. Il protocollo prevede l'ausilio degli istituti privati di vigilanza al fianco delle forze dell'ordine per i servizi di prevenzione.

«Qualcosa va fatto», chiosa Marisi, «Lapenna non può più limitarsi a fare promesse».(p.c.)

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