Maxi risarcimento danni per il no all’albergo

Comune condannato dal Consiglio di Stato per il mancato via libera a costruire Gli avvocati della società ricorrente: la licenza era un atto dovuto

VASTO. Variante Nta delle norme tecniche di attuazione del Piano regolatore: il Consiglio di Stato conferma la condanna del Comune al risarcimento dei danni in favore della società Monteferrante srl , assistita dagli avvocati Salvatore De Simone e Giuseppe Gileno, per la mancata realizzazione di una struttura alberghiera in contrada Incoronata, a ridosso del Santuario. L’ammontare del risarcimento è da stabilire in separata sede. I danni quantificati dall’impresa per gli oneri di urbanizzazione, le spese di progettazione e le altre spese affrontate oltre al mancato guadagno ammontano a oltre 500 mila euro.

«Il computo preciso del danno sarà fatto nei prossimi giorni dai tecnici», affermano gli avvocati De Simone e Gileno, soddisfatti per l’epilogo della vicenda giudiziaria. «Non c’è ancora una somma precisa, di sicuro il nostro cliente ha subito un danno gravissimo». La somma pretesa insomma sarà importante.

Una brutta gatta da pelare per l'amministrazione comunale. La travagliata vicenda è iniziata nel 2007. Il pronunciamento del Consiglio di Stato è definitivo e fa seguito alla sentenza numero 4.255 emessa a giugno 2013 dallo stesso Consiglio di Stato con la quale era stato respinto l’appello proposto dal Comune e confermata la sentenza del Tar di Pescara emessa nel 2011. In sostanza la magistratura amministrativa ha accertato definitivamente l’illegittimità dell’operato dell’amministrazione comunale.

«Il Comune, nonostante il pagamento degli oneri e la corretta istruzione e definizione della pratica, ha negato per anni alla società il diritto a costruire, un atto per noi dovuto», rimarcano gli avvocati Gileno e De Simone. «La tecnica processuale utilizzata è stata innovativa e ha annullato l’adozione delle Nta laddove imponevano l’obbligo di un piano attuativo sostenendo che non avesse senso prevedere un piano attuativo in una zona già interamente edificata e urbanizzata». Proprio quello che per anni il Comune ha insistito nel voler reintrodurre. Dopo 7 anni di ricorsi e appelli, la magistratura amministrativa ha dato ragione ai ricorrenti.

Ora l’impresa dovrà essere risarcita. «Ci rammarichiamo solo», affermano gli avvocati Gileno e De Simone, «per il non riconoscimento dei danni procurati dalla mancata realizzazione di un’altra struttura in località Histoniense, sebbene sia stata riconosciuta l’illegittimità dell’obbligo del piano attuativo».

Dal Comune al momento non sono arrivate reazioni. È evidente che la giunta si trovi ad affrontare una questione spinosa e delicata. La richiesta di risarcimento è notevole e le casse del Comune non godono certo di buona salute.

Paola Calvano

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