Minacce di morte a Zingariello, indagati medico e tecnico di una clinica di Chieti

Medico e tecnico sospettati di lettere e telefonate minatorie: chiedono la verifica delle impronte digitali e in città arriva il Ris

CHIETI. E’ imputata nell’inchiesta De Fanis, l’ex assessore regionale accusato di tangenti per la cultura, ma è vittima a Chieti per tre lettere anonime con minacce di morte. Lucia Zingariello, l’ex segretaria di Luigi De Fanis, le ha trovate sul parabrezza dell’auto all’uscita dal lavoro in una clinica privata teatina. Prima e dopo quelle missive minatorie, la Zingariello ha però ricevuto anche numerose telefonate da un misterioso personaggio che le augurava una brutta fine.

Non ha perso tempo, l’ex segretaria, assistita dall’avvocato teramano Tommaso Navarra: si è rivolta alla procura di Chieti che ha messo sott’inchiesta per minacce due colleghi di lavoro della Zingariello, un cardiologo e un tecnico di cardiologia, difesi dagli avvocati Marco Femminella e Vittorio Supino, e finiti quattro giorni fa al centro di un incidente probatorio che gli stessi difensori hanno chiesto al gip, Paolo Di Geronimo, per dimostrare l’estraneità dei rispettivi assistiti.

Di prima mattina, lontano dagli sguardi di curiosi e in un’udienza rigorosamente a porte chiuse, il giudice ha convocato le parti ed ha conferito l’incarico ad un esperto dei Ris di Roma. Che ha sessanta giorni di tempo a sua disposizione. La perizia consiste nel mettere a confronto tra di loro le impronte digitali repertate sulle tre lettere che minacciano di morte la Zingariello e le impronte dei due indagati che, fino a pochi mesi fa, lavoravano fianco a fianco all’ex segretaria di De Fanis tornata a svolgere la sua professione di tecnico di Cardiologia dopo la bufera giudiziaria che l’ha colpita. Tocca al maresciallo del Reparto investigativo speciale accertare se in sospetti della Zingariello verso i due colleghi sono fondati oppure no.

I due indagati respingono fermamente l’accusa, a tal punto che hanno voluto sottoporsi alla prova del nove delle impronte digitali. Accusa che peraltro non avrebbe neppure un movente o un motivo logico visto che il contenuto delle lettere anonime non fa neppure riferimento alle vicende che hanno coinvolto De Fanis e la Zingariello.

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Il giallo delle minacce di morte resta aperta a tutte le soluzioni, compresa quella dell’archiviazione come è avvenuto, poco tempo fa, per un altro caso che vedeva protagonista l’ex segretaria davanti alla pm lancianese, Rosaria Vecchi. Era l’inchiesta su un fatto inquietante: il tentato omicidio, per avvelenamento, di Rosanna Ranieri, moglie dell’ex assessore, ordito da quest’ultimo secondo quanto riferito dalla Zingariello in un interrogatorio. Ma De Fanis, secondo il gip di Lanciano, non cercò di assassinare la moglie.