I capannoni del parco commerciale Mirò

CHIETI

Mirò, adesso riparte il progetto: lite sulla sanatoria per i negozi

Dopo due bocciature, il Comitato Via sospende la decisione sui permessi postumi e chiede nuovi atti per la realizzazione del parco commerciale ai confini con Megalò. Ma Febbo precisa: "Opere non comprese nella sanatoria"

CHIETI. Dopo due bocciature consecutive, la terza sembrava scontata e invece non è arrivata. Il comitato di coordinamento per la Valutazione di impatto ambientale ha sospeso la decisione sulla richiesta di Via postuma avanzata dalla ditta bergamasca Sile, che vuole realizzare il parco commerciale Mirò ai confini del Megalò. Sile aveva chiesto la possibilità di ottenere una Via postuma, vale a dire autorizzazioni a posteriori, una sorta di sanatoria per i manufatti realizzati a Santa Filomena e poi bloccati in seguito a ricorsi al Tar. A ottobre il Via aveva giudicato la richiesta come irricevibile; lo stesso risultato c’era stato a luglio. La motivazione dello stop del comitato stava nel fatto che le autorizzazioni ottenute per la realizzazione dell’intervento a pochi metri dal fiume Pescara sarebbero scadute.

"Il comitato Via", si legge nel dispositivo della decisione, "assegna alla Sile Costruzioni il termine di 15 giorni dalla pubblicazione del presente verbale per integrare la documentazione presentata dalla ditta, in data 28 settembre 2021". Qualcuno ha letto in questa richiesta di documentazione integrativa una possibilità di rimettere in moto la costruzione dei nuovi negozi a un passo dal fiume, possibilità che ha visto la contrarietà di associazioni ambientaliste e del commercio.

 

"Le opere realizzate dall'impresa che sta costruendo il parco commerciale Mirò a Chieti, non rientrano nella "sanatoria" del 2017.La decisione assunta dal Comitato Via è di altra natura e cioè si chiede di adempiere a una ordinanza del Tar per evitare ulteriori ricorsi e contenziosi ma nei fatti la posizione, più volte già dichiarata della stessa Regione, è immutata ovvero è negativa". Lo sostiene Mauro Febbo, capogruppo di Forza Italia alla Regione.

Mauro Febbo, capogruppo di Forza Italia in Regione

La "sanatoria" richiamata da Febbo è nella riforma del Testo Unico Ambientale del 2017 che introduce la possibilità per le aziende di attivare la procedura di valutazione di impatto ambientale "a posteriori" e "a sanatoria", cioè ad intervento realizzato in tutto o in parte. Secondo Febbo il tentativo di "salvare il proprio investimento e il progetto è sicuramente legittimo e comprensibile da parte della Sile costruzioni ma il voler cercare di fruire della "sanatoria" varata dal Governo Gentiloni, è tutt'altra questione. Infatti", aggiunge Febbo. "la scellerata sanatoria del 2017 non è applicabile nella fattispecie. Sulla realizzazione illegittima dei manufatti ci sono stati già diversi gradi di giudizio così come diversi giudizi del Via sulla decadenza. Così come appare ininfluente il voler insistere sulla tesi di aver compiuto, a proprie spese, e ci mancherebbe, le opere di messa in sicurezza, in primis perché sono state eseguite successivamente, e tardivamente, e poi perché non idonee ai fini della salvaguardia dell'ambiente e della sicurezza proprio in virtù della realizzazione dei nuovi illegittimi manufatti". Per Febbo "resta urgente e indifferibile demolire i manufatti realizzati senza autorizzazione e rigenerare l'area". I lavori di Mirò sono fermi da mesi in seguito ad alcune pronunce della giustizia amministrativa.