LANCIANO

Morì per una diagnosi sbagliata: la Asl risarcisce 400mila euro 

La sentenza del tribunale di Chieti dopo 12 anni sul calvario di una 56enne che fu ricoverata al Renzetti e si spense in 14 ore al San Pio di Vasto

LANCIANO. Entrata nell’ospedale di Lanciano alle 10,13 del 7 marzo 2011 per “dolori alla schiena e difficoltà a muovere gli arti”, trasferita a Vasto per essere ricoverata in Neurologia, muore alle 00,25 a causa di una sindrome aortica acuta. È la vicenda accaduta a una donna frentana di 56 anni. Ora, dopo 12 anni, i figli, rappresentati dall’avvocato Alessandro Di Martino, hanno visto riconosciuta in sede civile la responsabilità della Asl nella morte della loro mamma e ottenuto il risarcimento danni. La sentenza è del giudice del tribunale di Chieti, Gianluca Falco, che ha condannato la Asl Lanciano-Vasto-Chieti al pagamento di 163.445 euro alla figlia della donna, all’epoca 34enne, e 209.209 euro per il figlio allora 30enne che viveva con lei.
«Nei due ospedali non furono eseguite indagini di laboratorio come emocromo, né un esame Eco-color doppler vascolare benché la paziente lamentasse un’improvvisa limitazione dell’autonomia di marcia e della stazione eretta», si legge sulla sentenza. Se fosse stata ricoverata in terapia intensiva cardiologica e avesse avuto il trattamento giusto si sarebbe salvata». Al risarcimento ai figli della donna per 373mila euro vanno aggiunti 12 anni di interessi e il pagamento delle spese processuali.
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