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Morto dopo nove giorni l’operaio caduto dal tetto a Casalbordino

Domenico Gizzarelli, 58 anni, non si è mai ripreso dall’incidente sul lavoro

POLLUTRI. Non ce l’ha fatta Domenico Gizzarelli, l’operaio di 58 anni di Pollutri, caduto il 24 novembre dal tetto di una casa-capannone di ferramenta e inerti per l’edilizia in contrada Molino a Casalbordino, all’uscita del casello Vasto Nord. Neppure un intervento chirurgico d’urgenza eseguito martedì sera per frenare una nuova emorragia cerebrale è riuscito a svegliarlo dal coma. Troppo gravi le lesioni dell’encefalo riportate nella caduta. I medici ieri mattina lo hanno dichiarato clinicamente morto. In serata hanno staccato le macchine. Oggi, su disposizione della magistratura di Vasto, dovrebbe essere eseguita l'autopsia e subito dopo la salma sarà riconsegnata ai familiari.

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La terribile notizia arrivata da Pescara ha sconvolto l’intero paese. Gizzarelli, amico del proprietario dell’immobile dal quale è caduto, si era offerto di sistemare la caldaia e la canna fumaria della struttura. Un lavoro di routine per lui. All’improvviso l’imprevisto. Il tetto ha ceduto sotto i suoi piedi. L’uomo, cadendo da un'altezza di 4 metri, ha battuto la testa e ha perso i sensi. Subito soccorso e affidato ai medici del 118, è stato trasferito in eliambulanza a Pescara. In tanti hanno sperato in un miglioramento mai avvenuto. L’uomo è stato mantenuto in vita dalle macchine sperando in un miracolo fino all’ultimo. Ma ora che il cuore si è fermato, il titolare del fabbricato rischia, per atto dovuto, di essere indagato per omicidio colposo.

Sull’incidente sono in corso due inchieste. Una della Procura di Vasto e l’altra della Asl, Dipartimento prevenzione infortuni sul lavoro.

Il procuratore facente funzione a Vasto, Giancarlo Ciani, ha affidato ai carabinieri le indagini sulla dinamica della disgrazia. I militari hanno compiuto un accurato sopralluogo nell’immediatezza dell’incidente e ascoltato diversi testimoni. Gli ispettori del lavoro, che hanno raggiunto il capannone subito dopo l’incidente, hanno prelevato campioni del tetto che ha ceduto per verificare se si tratta di eternit o plastica. I risultati non sono ancora stati consegnati. Ma oggi per il paese è il giorno del dolore. «Era una persona amabilissima», dice il parroco della chiesa del Santissimo Salvatore, don Giuliano Manzi. «Mi spiace davvero tanto per lui: un uomo che ha vissuto lavorando. E mi spiace anche per i due figli, Paride e Marzia», dice don Giuliano. (p.c.)

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