Nonno-orco incastrato anche da un disegno

18 Novembre 2024

Uno schizzo buttato giù da una delle giovani vittime consente di individuare il luogo degli abusi

CHIETI. Anche un disegno incastra il nonno accusato di violenza sessuale aggravata su tre nipoti, una bambina di 11 anni, la sorella di 13 e il cugino della stessa età. È uno schizzo buttato giù dalla ragazzina che, per prima, ha raccontato ai genitori degli abusi subiti in una strada di campagna, alla periferia di Chieti, dove il sessantenne – ora sottoposto al divieto di dimora in città – l’ha condotta in macchina il pomeriggio dello scorso 10 gennaio, con il pretesto di accompagnarla a vedere alcuni cuccioli di cane.
La minorenne ha preso carta e penna nel tentativo di fornire indicazioni più chiare riguardo il luogo della violenza. Quel foglio è stato allegato alla denuncia presentata in caserma. E dalle indagini dei carabinieri, come sottolineato dal pubblico ministero Marika Ponziani, emerge che quanto rappresentato graficamente dalla vittima trova ampio riscontro e ha consentito di individuare la strada in cui, verosimilmente, l’indagato si è appartato con la nipote. Nella circostanza, il sessantenne aveva minacciato di morte la ragazzina, anche puntandole contro un coltellino. «È il nostro piccolo segreto: se parli con qualcuno, io passerò un sacco di guai», erano state le sue parole.
Scrive il giudice Maurizio Sacco, che ha firmato l’ordinanza con cui il nonno è stato cacciato da Chieti, con contestuale divieto di avvicinamento ai nipoti: «Il narrato di una delle vittime (quella che ha redatto lo schizzo, ndr) ha trovato un significativo riscontro negli accertamenti svolti dai carabinieri, con particolare riferimento all’acquisizione dei tabulati relativi ai telefoni in uso alla vittima e all’indagato il pomeriggio del 10 gennaio. Dall’analisi si evince, infatti, come i cellulari in questione, nel lasso di tempo tra le 16 le 17.30, abbiano agganciato le stesse celle» in una località lontana dal luogo di residenza. «Risulta quindi dimostrato», aggiunge il giudice, «l’allontanamento da Chieti da parte del nonno con la sua auto insieme alla nipote per gran parte del pomeriggio, come denunciato da quest’ultima».
L’uomo, difeso dall’avvocato Barbara Rapino, ha respinto le pesanti accuse e si è professato innocente nel corso dell’interrogatorio di garanzia in tribunale. I genitori delle piccole vittime sono assistiti dagli avvocati Marco Femminella, Danila Solinas e Gabriele Torello. (g.let.)
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