Odontotecnico ucciso dalla motosega 

Il 53enne Claudio Donatone Grosso stava tagliando un albero: è scivolato ed è finito sulla lama, letale la ferita al collo

SAN GIOVANNI LIPIONI. Taglia un albero di noce e cade sulla motosega ancora in funzione. Claudio Donatone Grosso, 53enne odontotecnico vastese, papà di una bimba di neanche quattro anni, è morto così, dissanguato, a San Giovanni Lipioni: la profonda ferita al collo, ieri mattina, non gli ha lasciato scampo. È un lutto che varca i confini di una famiglia distrutta dal dolore e di una piccola comunità di appena 138 abitanti, colpita al cuore da una tragedia troppo grande. Il corpo, su disposizione della procura di Vasto, è stato trasportato all’ospedale di Chieti per l’ispezione cadaverica e l’eventuale autopsia. La dinamica dell’incidente è stata ricostruita dai carabinieri. La vittima viveva con la moglie Giorgia Smarandeanu, di origini romene, e la figlia Alessia a Vasto, in via Spataro, quartiere San Paolo. Per la famiglia dell’odontotecnico è il secondo lutto in un mese e mezzo: Ernesto, il papà 85enne di Claudio, è morto schiacciato da un trattore in un campo della vicina Trivento (Campobasso).
L’INCIDENTE
Secondo le testimonianze, Claudio arriva in paese verso le dieci del mattino e raggiunge la casa ereditata dal padre, in contrada Fontana: è il suo luogo del cuore, perché qui ha trascorso l’infanzia e la gioventù. A cento metri dall’abitazione c’è un piccolo podere con degli alberi. Claudio decide di tagliarne uno in un punto piuttosto scosceso, utilizzando una scala: è in abbigliamento casalingo, indossa un paio di guanti neri ed è armato di una vecchia motosega, priva dei moderni sistemi di sicurezza. Forse vuole fare provvista di legna in vista dell’inverno, oppure, più semplicemente, è sua intenzione potare la pianta. Un’operazione fatta chissà in quante altre occasioni. Ma stavolta qualcosa va storto. In base a una prima ricostruzione, succede tutto nel giro di pochi istanti: l’odontotecnico perde l’equilibrio, il manico di colore giallo della motosega gli sfugge di mano e l’attrezzo finisce a terra. Claudio cade sulla lama che continua a girare e che gli provoca una gravissima ferita alla carotide sinistra. Nessuno assiste all’incidente.
I SOCCORSI
Il 53enne non muore subito: nonostante il dolore, riesce a rialzarsi e a raggiungere il garage di casa, probabilmente con l’obiettivo di cercare qualcosa di utile per tamponare l’emorragia. Non riuscendoci, si avvicina alla strada per chiedere aiuto, poi si appoggia a un palo della luce, perde i sensi e si accascia sul marciapiede, senza più rialzarsi. A lanciare l’allarme è un vicino. Mezzogiorno è passato da pochi minuti. La centrale operativa del 118 di Chieti, per velocizzare i soccorsi, invia sul posto un equipaggio della postazione di Castiglione Messer Marino e l’elicottero di stanza a Pescara. I primi soccorritori lo trovano disteso in una pozza di sangue, ormai non c’è più niente da fare: l’eliambulanza non atterra neppure, Claudio è già morto.
LE INDAGINI
Sul posto arrivano i carabinieri della stazione di Celenza sul Trigno e del nucleo operativo e radiomobile, competenti per territorio. Anche il sostituto procuratore della Repubblica di Vasto, Vincenzo Chirico, partecipa al sopralluogo. La vecchia motosega finisce sotto sequestro, mentre il corpo di Claudio viene trasportato all’obitorio del policlinico Santissima Annunziata.
UNA DOPPIA TRAGEDIA
Il destino sembra essersi accanito contro la famiglia Donatone. Lo scorso 18 agosto il padre del 53enne era rimasto intrappolato sotto il suo trattore, perdendo la vita. A lanciare l’allarme, perché non riusciva a mettersi in contatto con l’anziano, era stato proprio il figlio. Quarantacinque giorni dopo, un’altra disgrazia che toglie il fiato. E adesso chi glielo dice, alla piccola Alessia, che papà Claudio a casa non tornerà più?