Ospedale al collasso per i troppi ricoveri

Mancano i posti-letto, aumentano i degenti dopo la chiusura del Consalvi di Casoli

LANCIANO. E'emergenza posti-letto nei reparti più grandi dell'ospedale Renzetti: geriatria, medicina, chirurgia, urologia e ortopedia scoppiano, mentre è tutto esaurito negli altri reparti. I malati, soprattutto gli anziani (ricoverati anche per problemi di stagione come l'influenza e le sue complicazioni) sono stati spostati in altre unità. Vengono appoggiati in reparti inappropriati perché i posti-letto disponibili nelle unità a cui sono destinati non bastano a soddisfare le richieste.

Una situazione che ha ricadute negative oltre che sui malati, costretti a stare in stanze super affollate, anche sul personale medico che deve spostarsi per seguire gli assistiti nei reparti in cui sono stati dirottati, e sugli infermieri che si devono occupare di degenti con patologie diverse da quelle che curano nei propri reparti.

A testimoniare i disagi sono le decine di lamentele presentate al tribunale per i diritti del malato (Tdm). «Le unità sono affollate. Ci sono malati appoggiati in reparti in modo improprio», fanno notare dal Tdm. «A soffrire di più è la geriatria che deve sopperire alla mole di lavoro che prima era svolto dai reparti di lungodegenza e geriatria di Casoli con soli 4 posti letto in più, mentre a Casoli ce n'erano 25. Di conseguenza molti anziani sono dirottati in reparti come chirurgia e medicina».

Il tribunale sta raccogliendo in questi giorni decine di lamentele dei familiari dei degenti che poi invia all'ufficio trasparenza e tutela della Asl. «La direzione generale deve trovare una soluzione anche perché il personale sta lavorando sotto pressione, con il rischio di perdere in lucidità e affidabilità verso i malati».

I componenti del tdm sono inoltre preoccupati per il peggiorare di altri problemi del Renzetti: liste di attesa che si allungano, macchinari come risonanza e scintigrafia indisponibili; illuminazione carente all'esterno del presidio; segnaletica incompleta. «Con l'unificazione della Asl, una scelta politica che non vogliamo commentare, la direzione generale è lontana. Abbiamo rapporti sporadici mentre dovrebbero essere più continui visto che solleviamo i problemi che si vivono nell'ospedale».

La preoccupazione maggiore è per le liste di attesa che continuano ad allungarsi: la colonscopia è passata da un mese di attesa a giugno a tre mesi a settembre e a 113 giorni oggi. La visita oculistica è arrivata a sei mesi e mezzo, l'eco-addome si fa in 4 mesi come la mammografia. Disagi anche per gli utenti costretti a percorrere chilometri per raggiungere Vasto, Chieti o Sulmona per effettuare la risonanza o la scintigrafia. E se la prima sta per entrare in funzione, per la scintigrafia ci sono ancora dei problemi perché non riesce a superare i collaudi.

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